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Taranto, anziano sposato a sua insaputa e derubato di 200mila euro: condannati badante e avvocato

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto, anziano sposato a sua insaputa e derubato di 200mila euro: condannati badante e avvocato

Entrambi condannati a 4 anni per aver circuito un anziano e di aver sottratto decine di migliaia di euro dai suoi conti correnti, oltre ad aver trasferito la nuda proprietà di un immobile

Giovedì 24 Luglio 2025, 08:30

È di 4 anni di carcere la condanna inflitta dal giudce Laura Orlando nei confronti di un avvocato e una donna, entrambi tarantini accusati di aver circuito un anziano e di aver sottratto decine di migliaia di euro dai suoi conti correnti oltre ad aver trasferito la nuda proprietà di un immobile e avergli fatto contrarre matrimonio a sua insaputa.

Al termine della sua requisitoria il pubblico ministero Francesco Ciardo aveva chiesto una condanna a 5 anni: il verdetto è stato leggermente più leggero, ma ha incluso anche la confisca di beni per circa 200mila euro, pari a quanto i due avrebbero sottratto all’anziano, come richiesto dalla pubblica accusa.

La vicenda è venuta a galla nell’ottobre 2020 quando una nipote dell'uomo, che si è costituita in giudizio come parte civile attraverso l’avvocata Adelaide Uva, si è presentata nell’ufficio della Squadra mobile per denunciare come avesse improvvisamente scoperto che suo zio, all’epoca 82enne pensionato e vedovo da circa 10 anni, aveva contratto matrimonio con la donna che da tempo era la sua badante. A insospettire la nipote era stato il fatto che negli ultimi tempi le era stato impedito di contattare l’anziano zio: secondo la denuncia presentata dalla donna, oltre a ostacolare i contatti telefonici, la badante aveva anche «bloccato» l’utenza sul cellulare dell’uomo, un’operazione che secondo la donna l’anziano non avrebbe saputo compiere da solo.

Inoltre la donna aveva appreso dal medico curante dello zio che, nell’ultimo periodo, quest’ultimo non effettuava più visite periodiche. A quel punto la parente aveva effettuato una ricerca all’ufficio anagrafe del comune di Taranto e all’Agenzia delle entrate, scoprendo che a dicembre 2019 lo zio aveva trasferito alla badante la nuda proprietà dell’appartamento, di notevole pregio, in cui l’uomo viveva, che a febbraio 2020 i due si erano sposati e che formalmente l’uomo risultava residente a Talsano dove viveva la famiglia d’origine della badante.

Le indagini dei poliziotti hanno permesso di accertare che dai conti dell’uomo c’erano stati prelievi e bonifici per quasi 200mila euro. Non solo. L’anziano avrebbe acquistato anche un’automobile che in realtà era utilizzata dalla donna e dall’avvocato tarantino con il quale, secondo alcune testimonianze raccolte dagli investigatori, la donna aveva una reale relazione sentimentale da diversi anni. Per il gip Ruberto, che a ottobre 2021 ordinò per i due imputati gli arresti domiciliari, lo stabile rapporto sentimentale tra l'avvocato e la badante, , difesi dagli avvocati Eligio Curci, Giovanni Fiorino e Cristina Gigante, era tale che il professionista imputato «non poteva che aver condiviso la scelta della propria compagna di diventare, sia pure solo formalmente, coniuge dell’anziano, per profittare maggiormente ed anche in futuro della circonvenzione dell’anziano». Inoltre quando la presunta vittima era stato convocato in Questura, proprio l’avvocato aveva chiesto informazioni ai poliziotti per capire le ragioni dell’interrogatorio senza tuttavia riuscire ad avere informazioni.

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