TARANTO - Era fuggito in Germania per non tornare in carcere, ma la Squadra Mobile di Taranto è riuscito a scovarlo permettendo alla procura di chiedere e ottenere l'estradizione di un 45enne accusato per abusi sulle figliastre e ora sotto accusa anche per altre violenze su una 13enne.
Emergono nuovi dettagli sull'inchiesta che oltre l'uomo coinvolge anche un sacerdote accusato di false dichiarazioni al pubblico ministero per aver scelto il segreto confessionale su fatti che, secondo il pubblico ministero Vittoria Petronella, aveva invece ascoltato dai racconti della sorella della vittima.
Come raccontato ieri dalla Gazzetta, tutto era cominciato ad agosto 2020, quando l'allora compagna del 45enne e madre delle due ragazzine si era presentata ai carabinieri per denunciare quanto le era stato raccontato dalle due figlie che all'epoca avevano 11 e 17 anni: il suo compagno nei giorni del lockdown aveva iniziato a infilarsi nel loro letto e a toccarle. Con minacce e promesse costringeva le due minori a compiere atti sessuali. L'inchiesta aveva portato poco dopo all'arresto dell'uomo e al suo trasferimento in carcere. Qualche tempo dopo la difesa aveva chiesto e ottenuto la scarcerazione dell'uomo che, in attesa del processo, sarebbe stato collocato agli arresti domiciliari in una comunità della provincia di Taranto. Proprio in quel luogo svolgeva la funzione di assistente spirituale il sacerdote che ora è finito nei guai.
Nei documenti allegati alla richiesta di trasferimento dell'uomo, però, non c'era alcun cenno al fatto che quella comunità fosse frequentata anche da minori: un dettaglio probabilmente tenuto nascosto per evitare il no della magistratura. Ed è lì che si sarebbe consumato il nuovo abuso sulla 13enne: il 45enne avrebbe allungato le mani sulla minore, le avrebbe scattato anche qualche fotografia e poi l'avrebbe palpeggiata durante le diverse attività che erano organizzate dalla comunità. Fatti che la bambina avrebbe poi finalmente confidato ad adulti e infine alle forze di polizia: gli approfondimenti della Squadra Mobile hanno permesso di arrivare ad alcuni testimoni che avrebbero spiegato che anche il sacerdote era a conoscenza di quegli episodi. Il magistrato inquirenti ha quindi deciso di convocare il prete per interrogarlo, ma il prelato si è trincerato dietro il segreto confessionale: in sostanza avrebbe spiegato di non poter rivelare quanto appreso poiché gli sarebbe stato raccontano durante la confessione che la legge italiana permette di considerare segreto. Per il pm Petronella, però, le cose non stanno così: il prete non avrebbe saputo quelle notizia da qualcuno che si stava confessando, ma direttamente durante alcune attività sociali e anche dalla sorella maggiore della vittima.
La nuova denuncia della 13enne aveva portato così a una misura che doveva riportare l'uomo in carcere, ma quando gli investigatori si sono presentati sul posto, non c'erano più tracce. Le indagini hanno permesso in breve tempo di ritrovarlo in Germania, paese di nascita del 43enne e il pm Vittoria Petronella ha avviato le pratiche per la richiesta di estradizione che solo a giugno 2023 ha riportato l'uomo prima in Italia e poi in cella: qualche mese prima era stato condannato a 15 anni per gli abusi sulle figliastre e a breve dovrà affrontare un nuovo processo per questa nuova accusa.