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Taranto, unità di terapia intensiva neonatale: trovata la tregua sindacati-Emiliano

 
Redazione Taranto

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Taranto, unità di terapia intensiva neonatale: trovata la tregua sindacati-Emiliano

Ieri incontro col governatore negli uffici della Asl. La Regione verificherà la disponibilità di specialisti del Policlinico e del Miulli

Giovedì 13 Agosto 2020, 11:20

Quindici giorni di tempo per trovare soluzioni e scongiurare la definitiva chiusura dell’Utin (unità terapia intensiva neonatale) del SS. Annunziata, già oggi sostanzialmente “fuori servizio” per carenza di neonatologi tanto da aver costretto l’altra notte ad un trasferimento presso l’ospedale di Acquaviva delle Fonti di una donna per un parto d’urgenza alla 37ma settimana di gestazione. Quindici giorni è il periodo sostanzialmente concordato e “concesso” dai sindacati dei dirigenti medici, in particolare dall’Anaao (medici ospedalieri) che aveva sollevato la questione, al presidente Emiliano che ieri ha incontrato le organizzazioni sindacali. Tra queste anche le organizzazioni del comparto che, dopo aver rotto le relazioni sindacali con il management dell’Asl Ta, nei giorni scorsi persistendo numerose altre questioni sul tappeto (la vicenda dell’erogazione dell’indennità Covid – duemila euro lorde a circa mille operatori in prima linea - è stata solo una delle ultime occasioni di scontro) avevano chiesto il raffreddamento del conflitto in sede istituzionale con il presidente della Regione ed indetto uno sciopero entro la prima decade di settembre (mandato ricevuto dall’assemblea di lunedì scorso). Con i rappresentanti della Fp di Cgil, Cisl e Uil, che hanno rappresentato i punti della propria piattaforma rivendicativa ma soprattutto evidenziato la difficoltà dello strumento di corrette relazioni sindacali, il governatore ha preso l’impegno di occuparsi della questione e tentare di ricomporre le possibili divergenze superando le difficoltà di dialogo.

Questione Utin discussa anche con le organizzazioni dei medici, anche in questo caso Emiliano ha assicurato il proprio interessamento con l’impegno ad intercettare le disponibilità di specialistici che potrebbero essere messe in campo dal Policlinico di Bari o dall’ospedale di Acquaviva delle Fonti. Si dovrebbe così far fronte a questo periodo di grave emergenza in cui la carenza di neonatologi (presenti solo specialisti, numero che potrebbe restringersi per i previsti pensionamenti nei prossimi mesi) riesce a garantire solo il funzionamento del Nido per cui, evidenziano i sindacati, comunque si può al momento partorire a Taranto. Ma a preoccupare sono le eventuali emergenze che potrebbero verificarsi in un territorio ampio come il Tarantino in cui rimane di vitale importanza la sopravvivenza dell’Utin (una petizione lanciata dall’associazione “Delfini e Neonati” ha raccolto quasi 12 mila firme), peraltro prevista nel secondo punto nascita più importante in Puglia (2600 parti all’anno circa), una delle più importanti al Sud, necessaria presenza in una struttura ospedaliera di secondo livello come il SS. Annunziata. Per i sindacati dei medici, tuttavia, la soluzione più immediata è anche quella più “politica” e certo, con l’avvicinarsi delle elezioni ammnistrative, potrebbe comportare disagi di natura diversa. E’ la proposta messa sul tavolo anche del direttore generale Stefano Rossi l’altro ieri pomeriggio nel corso di un incontro con il segretario provinciale dell’Anaao, Giancarlo Donnola: sospendere momentaneamente i centri nascita di Castellaneta, Manduria e Martina e far convogliare gli specialisti lì presenti al SS. Annunziata anche in considerazione del fatto che pure la Pediatria del nosocomio centrale, al cui primario Valerio Cecinati è stata dato l’interim di Utin e Neonatologia, potrebbe andare presto in affanno. Evidente, però, che “scoprire” nuovamente gli ospedali periferici equivarrebbe a riaprire vecchi conflitti.

Di declassamento dell’Utin come di un colpo alla natalità a Taranto parla anche la consigliera regionale Francesca Franzoso (FI). «Il pericolo – dice – è che si tratti dell’ennesima cancellazione estiva dei reparti di Emiliano. Un film già visto – aggiunge – che, in altri ospedali, è stato l’anticamera della disattivazione del reparto. Serve una soluzione strutturale ed immediata alla carenza di personale medico pediatrico. Le scelte baricentriche di politica sanitaria non possono continuare a penalizzare Taranto».

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