Jocelyn (Lily-Rose Depp), popstar sull’orlo di una crisi di nervi, è assediata da collaboratori e stampa. Tutti la reclamano mentre prepara il nuovo disco e affronta imperturbabile l’indiscrezione dei social. Una notte sul dancefloor incontra Tedros (The Weeknd), guru con la coda che flirta con lei, fa sesso estremo e terra bruciata intorno. Dal loro dark romance nasce un progetto musicale e il desiderio di perdere il controllo…
The Idol, la nuova serie di Sam Levinson, creatore di Euphoria, promette (e mantiene) sesso, droga e pop. Ma Levinson non è Verhoeven, che filmava ad nauseam la nudità delle ballerine di Las Vegas per denunciare la violenza e il cinismo dello show business, avido di carne fresca (Showgirl). In The Idol, disponibile su Sky Atlantic, la critica dell’industria musicale perde la sua pertinenza a colpi di cliché e di fantasmi sessuali ritriti. Eppure la serie opera una sorta di sortilegio attraverso il corpo elastico della protagonista, surrogato di Britney Spears in micro bichini. Appesa al filo che tiene insieme i suoi mini abiti, Jocelyn riprenderà le redini della sua vita, deflagrando tutte le incarnazioni che gli uomini si aspettano da lei: bambola, santa, playmate, lolita.
L’ipersessualizzazione, a cui si presta con temerarietà il personaggio, diventa un’armatura che sceglie di portare per riprendere il potere e sopravvivere in un mondo ostile. Il suo corpo non ci seduce come oggetto sessuale ma come materializzazione di un lavoro di controllo di sé. Un esercizio che la serie ha coscienza di rappresentare, mettendo in scena la mostruosità della condizione di Jocelyn, dalla gestione rigorosa della sua immagine alle prove coreografiche come un addestramento militare.