Caccia ai miliardari. È la parola chiave della sesta stagione di Billions (ogni mercoledì su Sky Atlantic e in streaming su Now), il grande tema che unisce idealmente due acerrimi nemici: il procuratore Chuck Roades (strepitoso Paul Giamatti) e l’imprenditore Mike Prince (Corey Stoll), proprietario della MPC, ex Ax Capital.
Un colpo di scena che non fa tabula rasa del passato ma che permette di fare a meno delle vicende precedenti, imperniate (fino alla quinta) sullo scontro tra Chuck e Bobby (Damien Lewis, il rosso di Homeland). Colossi dai piedi d’argilla pronti a tutto pur di annientarsi a vicenda, di vincere l’amore incondizionato di Wendy (Maggie Siff), moglie di Chuck e capo del personale della Axelrod. Bobby è fuggito (tornerà nella settima), ha lasciato l’impero e l’amore per evitare la prigione. È la fine di una delle serie più belle degli ultimi anni? No, è un nuovo inizio. Pieno di intrighi e dialoghi magnifici.
Prince vuole cambiare le regole, ripulire la azienda da illeciti e corrotti e instillare la fiducia nei dipendenti. Gli squali che lavoravano per Bobby sono confusi: «prima avevamo un killer, ora un capo che ci chiede come stiamo?», mormorano tra di loro. Parallelamente Chuck si è separato da Wendy, ha preso una pausa sabbatica, ma non c’è pace neanche lontano dalla città. Travolto dal furore, Chuck torna a New York con una missione: punire i ricchi, i privilegiati che durante la pandemia si sono isolati nelle lussuose residenze.
Dietro le quinte di Billions, Brian Koppelman, David Levien e soprattutto Andrew Ross Sorkin, giornalista, autore del famoso «Too Big to Fail», che ha studiato ogni dettaglio: dall’abbigliamento all’insider trading. E si vede.