L’attesa Lockdown, cluster, droplets erano le parole della pandemia, le aveva scoperte ascoltandole in tv e ora le stava studiando insieme ai suoi compagni durante le lezioni online. Virus no, non era inglese, era latino e significava veleno, l’aveva letto su un articolo che spiegava ai bambini le regole per combattere la malattia Covid-19 che aveva messo a soqquadro le loro vite.
- Mamma, sai che questo virus fa parte della grande famiglia dei coronavirus come il raffreddore? Così disse Claudio, 11 anni a settembre, alla madre alle prese con la sanificazione dei pacchi di cibo che la salumeria vicino casa mandava a domicilio.
Per fortuna non c'era bisogno di fare lunghe file davanti ai supermercati.
-Elena, non ti sembra di esagerare con la mania di lavare tutto il lavabile?-Gianni, lo dicono anche in tv, lavare con acqua e sapone ciò che viene da fuori, mi sento più tranquilla. -Va bene, fai come vuoi, ma per me solo è solo una fatica in più…addirittura mettere il pane nel forno! -Meglio essere scrupolosi, e poi croccante è anche più buono!Claudio che era a casa con loro, le scuole erano chiuse, assisteva ai battibecchi tra la mamma e il papà sulle norme d'igiene da seguire per evitare il contagio.
Un po' sorrideva e un po' voleva dire la sua visto che ormai conosceva sia l'importanza del «distanziamento sociale» che dell’uso delle mascherine per tener lontano il bieco coronavirus. Era arrabbiato perché non poteva incontrare i suoi compagni di scuola, giocare con loro dopo i compiti, correre nel giardino del borgo in cui viveva, quindi cercava di capirne di più di quel nemico invisibile che poteva acquattarsi dietro ogni angolo.
- Sapete che la prof di scienze ci ha detto che bisogna lavarsi le mani per 21 secondi cantando due volte la canzoncina «tanti auguri a te»? 21 secondi perché così il virus s'inattiva. Questo è il verbo che ha usato: la schiuma della saponetta strofinata sulle mani scioglie la membrana in cui è incapsulato e lo annienta. Vide che i suoi genitori approvavano la sua voglia di conoscere e fu contento.
-Dimmi Claudio, le tue insegnanti vi stanno spiegando come indossare le mascherine e come toglierle senza rischi? Ti ricordi quando prima che chiudessero le scuole ti dissi di utilizzare una mascherina fatta in casa?
Certo mamma, l’avevi fatta tu guardando i tutorial su youtube, la portavo solo io e mi prendevano in giro, ma io avevo paura, in classe si sentiva eeetcì, eeetcì, così mi sentivo protetto. E ricordi quel pomeriggio? Stavi facendo merenda quando leggemmo insieme che nei paesi asiatici la usano per cortesia. Per loro è un atto di gentilezza indossarla quando si è influenzati per non diffondere virus e batteri attraverso le goccioline, le famose droplets. Sarebbe utile, adesso che ci prepariamo ad uscire di nuovo, che le vostre insegnanti trasmettessero a voi tutte le informazioni utili per indossarle, toglierle e smaltirle nel modo corretto. Potresti proporlo tu alla prof di scienza, ti va?
-Sì, ci ha detto che lunedì parleremo di come sarà quando torneremo a scuola, della distanza tra un banco e l’altro…chissà quando rivedrò i miei amici, disse sospirando. Speriamo sparisca col caldo quel vigliacco di virus, mi mancano i giochi, gli abbracci, anche le liti con i compagni, mi mancano i nonni, mi manca la vita di prima! La mamma lo strinse a sé consolandolo.Come se li avesse evocati con il suo desiderio, sul tablet della mamma ci fu una chiamata via Skype, erano loro.
-Ciao mamma, disse Elena, proprio adesso Claudio mi chiedeva di voi. Eccolo qui il vostro nipotino che non vede l’ora di rincontrarvi non virtualmente.-Ciaooooo nonni!!! Vi voglio bene! Come state? I volti dei nonni apparvero sorridenti, erano felici di rivederlo anche se a distanza, anche a loro mancavano le coccole del nipotino. Quando ci ritroveremo faremo una piccola festa tra di noi, se ci diranno di usare le mascherine per un po’ non importa, vero Claudio?
-Sì, va bene, però nonna ricordati di prepararmi la tua torta mimosa, mi piace tanto! -Certo, ti preparerò il dolce più buono del mondo, ci metterò dentro un ingrediente segreto. -Quale? Disse curiosissimo Claudio. -Te lo dirò quando ci vedremo, sarà una sorpresa. -Ma io non resisto, voglio saperlo subito, subitissimo. -Mamma, dillo, sai che se si mette in testa qualcosa poi non lo fermi più. -Nell’impasto ci aggiungerò tanto amore e unì le due mani a forma di cuore.
Risero insieme. Sullo schermo apparve il nonno che disse sorridendo. -La nonna è una grande romantica…e una gran cuoca.
Dovrò mettermi a dieta dopo questi giorni di lockdown, in tv dopo gli chef sarà la volta dei dietologi, altroché! -Stasera non si cena? Gianni che era nel suo studio si affacciò, salutò i genitori di Elena e si diresse in cucina. -Che bello esserci risentiti, a domani allora, buona notte e sogni d’oro, sognerò la torta! Strinse l’aria con le braccia simulando di stringerli a sé e seguì il padre. -Ciao mamma, ciao papà, a domani. Per fortuna c’è internet, come avremmo resistito settimane chiusi in casa?
Speriamo non arrivi mai un virus che infetti il web, saremmo persi, disse Elena a Gianni. -Già, mai come ora la tecnologia è essenziale, anch’io in queste giornate sottosopra posso lavorare dal pc, senza, sarebbe stato un incubo. S’era fatto tardi, dopo cena Elena portò a letto Claudio, si era rasserenato chiacchierando coi nonni, erano giorni duri per tutti, ma per lui lo stop era pesantissimo. Mentre gli accarezzava la guancia si accorse che era bagnata di lacrime. -Stai piangendo? Chiese col cuore in gola. Lui non poté far finta di nulla. -Sì mamma! Singhiozzò. Si accoccolò tra le sue braccia cercando calore. -Sono triste, ho paura, non lasciarmi solo, resta a dormire accanto a me. -Vedrai che passerà, Claudio, sarà solo un brutto ricordo. La notte arrivò e li trovò stretti in un lungo abbraccio.