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Abnegazione, generosità e tanti gol
Simeri ha conquistato il cuore dei baresi

 
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Abnegazione, generosità e tanti golSimeri ha conquistato il cuore dei baresi

La città del pallone lo ha preso in simpatia e risulta tra i primi meritevoli di conferma

Martedì 23 Aprile 2019, 16:06

Generoso fino all’ultima stilla di energie, eppure talvolta impulsivo. Gli è capitato di divorarsi qualche ghiotta occasione, ma alla resa dei conti è risultato il centravanti ideale per il Bari di Cornacchini. Sui titoli di coda della stagione, Simone Simeri ha colto le più grandi soddisfazioni sul piano personale: la rete decisiva per battere il Portici, nonché il rigore trasformato per la vittoria a Troina. A conti fatti, i gol che sono valsi la matematica promozione. La sua abnegazione non è passata inosservata: la città del pallone lo ha preso in simpatia e, secondo tutti i sondaggi, risulta tra i primi elementi meritevoli di conferma per l’anno prossimo. Sentimenti che Simeri ricambia del tutto: ecco, a promozione ottenuta, le sue confessioni a 360 gradi.

Simone Simeri, a mente fredda che cosa porta con sé della matematica promozione in C ottenuta dal Bari giovedì scorso?
 «L’emozione indelebile per il risultato conseguito dopo un anno di lavoro. Ma eravamo in trasferta e forse non ce la siamo ancora goduta appieno. Aspettiamo di festeggiare con tanti tifosi domenica prossima al San Nicola».
 I due gol decisivi arrivati dopo altrettanti turni di squalifica. Il sapore è stato ancora più intenso?
 «Stare fuori proprio nella fase clou del campionato è stata una grande sofferenza. Ho moltiplicato gli sforzi e sono stato ripagato: probabilmente le reti contro Portici e Troina sono state le più importanti della mia carriera».
 A traguardo raggiunto, può confessarlo: c’è stato un momento in cui avete temuto che la Turris potesse insidiarvi?
 «Onestamente no. Possiamo aver accusato stanchezza in qualche occasione, ma eravamo consci delle nostre qualità e non abbiamo mai pensato che la Turris, pur essendo una squadra di assoluto valore, potesse raggiungerci».
E sul piano personale ha vissuto frangenti in cui avrebbe voluto segnare qualche rete in più?
«Per l’intero gruppo l’obiettivo principale era aiutare il Bari a ritrovare immediatamente il professionismo. Sarei, tuttavia, un ipocrita se dicessi che talvolta non ho sofferto il digiuno da gol. Sono rimasto lontano dai cannonieri del girone, ma ognuno dei miei dodici gol ha portato punti, perciò sono state reti pesanti».
 La scorsa estate, pur reduce da 12 reti in C, ha scelto il Bari in D. Perché è sceso di categoria dopo tanta gavetta?
 «È stata una decisione coraggiosa, ma ero sicuro che la parentesi tra i dilettanti sarebbe stata immediatamente archiviata. Ha prevalso, inoltre, il fascino di una piazza di immensa tradizione. Volevo cominciare un percorso: ho altri due anni di contratto e il mio obiettivo è proseguire la scalata in biancorosso. Bari ha tutto per diventare una realtà di spicco in A e vorrei far parte fino in fondo di questo progetto. Pensando, però, ad un gradino per volta e affrontando la serie C con lo stesso spirito vincente esibito quest’anno».
 A tal proposito, secondo la sua conoscenza della Lega Pro, la differenza dalla D sarà così profonda?
 «Il divario si avverte. In C non c’è la regola degli under obbligatori: troveremo calciatori affermati. Tuttavia, per le sue qualità tecniche, il Bari può persino rendere meglio nella categoria superiore. Le basi per un altro torneo vincente ci sono».
 La promozione è raggiunta, ma la stagione non è finita. Avete le energie fisiche e mentali per essere ambiziosi pure nella poule scudetto?
«Siamo il Bari: è doveroso provare a vincere tutto».
Bari e Napoli sono le più grandi realtà del Meridione ed ora hanno pure la stessa proprietà nel calcio. Da napoletano quali similitudini trova?
 «Sono città dalle bellezze differenti, ma si somigliano per modo di vivere e passione. È scontato che Bari sia in una fase di riassestamento e solo il tempo farà assorbire la batosta del fallimento. Tuttavia, ripartire dalla forza e dall’ambizione della famiglia De Laurentiis è una sicurezza per il futuro».
 A 26 anni che fase della sua vita sente di attraversare?
«Ritengo di aver raggiunto una buona stabilità e sono pronto a scelte importanti: l’anno prossimo sposerò la mia Angela. Ma voglio realizzarmi anche sul piano professionale. Mi sento un po’ come il Bari: sento di meritare altri palcoscenici. Perciò io e questa squadra saliremo insieme».

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