Va bene Pietro Maiellaro, d’accordo Antonio Cassano, ma vuoi mettere Carmelo Bagnato… «Era lui il mio idolo». Parola di Carlos Puelma Marchetti da Santiago del Cile che nel 2012 ha fondato nella città in cui è nato, il club biancorosso più lontano in assoluto dal capoluogo pugliese. Padre cileno, madre italiana: ecco svelato il suo attaccamento alla maglia biancorossa, anche oggi che di anni ne ha 55 e che di professione, neanche a dirlo, è procuratore sportivo: quando la passione per il calcio si trasforma in lavoro.
«Mio nonno Giovanni - Carlos inizia a sfogliare l’album dei ricordi - era di Tolve, piccolo paesino in provincia di Potenza, tifava per il Bari e mi portava ogni domenica allo stadio “Della Vittoria”, per me un tempio assoluto. Mi piaceva tutto, dal viaggio verso Bari (allora una trasferta vera…) alla partita. È stato amore a prima vista, soprattutto per merito di Bagnato, oggi lo definiremmo esterno destro di centrocampo. Nei miei occhi di bambino impazzivo per il suo modo di giocare, in campo dava il massimo. Capelli ricci e tutto cuore, è stato anche grazie a lui, oltre agli input di mio nonno, che ho iniziato a tifare per la Bari, una malattia da cui non sono ancora guarito…».
Nonostante la distanza, quando Carlos passa da un continente all’altro per motivi di lavoro, cerca anche di conciliare la passione biancorossa. Planando anche sull’Astronave San Nicola. «L’ultima volta è stato il 29 ottobre 2024, in occasione di Bari-Carrarese finita 0-0. Quel giorno ero sugli spalti accanto al mio amico Franco Spagnuolo che con la Bari Siamo Noi mi ha stimolato ad aprire il Bari club Santiago del Cile». Quel giorno la squadra guidata da Moreno Longo venne frenata sul pari dai toscani, a fine gara contestatissima la decisione dell’arbitro che annullò la rete di Novakovich per un millimetrico fuorigioco di Pucino.
«Purtroppo, anche per via della multiproprietà, anche quest’anno penso non sarà facile risalire in A. Speriamo si possa trovare una soluzione a questo freno che dà tanta tristezza, una tifoseria come quella della Bari merita solo tantissima felicità». Consigli cileni per gli acquisti? «A me piacciono molto Emiliano Ramos (attaccante) e Alvaro Madrid dell’Everton Vina del Mar (centrocampista)».
Lasciamo il San Nicola per volare il Cile. «All’inizio eravamo un centinaio di soci, poi con il Bari in serie D qualcuno si è allontanato e oggi siamo circa 50, peraltro non tutti baresi». E già perché Puelma Marchetti ha avuto anche la capacità di fare proseliti. «Ci sono italiani da Roma in giù che si sono appassionati alle sorti del Bari. Quando è possibile (per via dei diritti televisivi non sempre è facile potere vedere le partite), ci incontriamo in un locale che si chiama Club Stadio Italiano e vediamo le partite dei biancorossi davanti a una pizza e una birra». Una passione che ha contagiato anche le sue figlie: «Lorenza, 23 anni e Antonia, 20 anni, sono entrambe tifosissime, vediamo le partite insieme. La furia biancorossa è inarrestabile…».
Asse molto solido quello Bari-Santiago e che di certo non poteva non coinvolgere i calciatori cileni che nel recente passato hanno indossato la maglia biancorossa: «Sono molto amico di Jaime Valdés, peraltro socio numero uno del club biancorosso qui a Santiago, Alex von Schwedler, Pasqual De Gregorio e Nicolas Cordova. Ci vediamo spesso, tutti loro ricordano con grande piacere la loro esperienza in biancorosso, tutti hanno un bellissimo ricordo e mi chiedono sempre informazioni sulla Bari». Cordova, peraltro, responsabile oggi della nazionale maggiore del Cile, nella notte appena scorsa era in panchina al Maracanà di Rio per la sfida Brasile-Cile, gara valevole per la qualificazione ai Mondiali che si disputeranno nel 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti.
«Professione di procuratore sportivo a parte (sono diplomato a Coverciano), lavoro con il calcio in giro per il mondo - prosegue Carlos -. Organizzo partite per iniziative benefiche, per la pace nel mondo da Roma a Shangai a Pechino. Di recente ho creato io il contatto con Ronaldinho per la manifestazione che si è tenuta a Barletta. Dal Comune mi hanno contattato dopo che ci siamo conosciuti qualche tempo fa in occasione della esposizione in città di una parte della mia immensa collezione di maglie ufficiali indossate in campo, oltre 800 in tutto. Si tratta di una delle più importanti al mondo, pezzi esposti anche durante i Mondiali del Qatar all’interno del museo storico».
Quelle del Bari cui Carlos è più affezionato? «Per ragioni diverse, Cassano, Valdes e Gerson», conclude. Praticamente manca solo la maglia di Carmelo Bagnato…