Massimiliano Tangorra analizza il momento del Bari, tra segnali incoraggianti e aspetti ancora da registrare. Dalla pausa utile per ricaricare le energie alle valutazioni sul nuovo centrocampo, fino alle prospettive tattiche e al rapporto con la tifoseria, l’ex biancorosso offre una lettura a tutto campo: «Le prime impressioni - attacca l’ex biancorosso - sono molto positive, nonostante il solo punto conquistato oltre che tenendo conto del valore delle squadre affrontate. Senza dimenticare che, tolti Sibilli, Vicari e Dorval, per otto undicesimi abbiamo visto un Bari molto rinnovato. Una squadra che ha cercato di verticalizzare creando pure diverse palle gol. Soprattutto col Monza. Quando la condizione sarà migliore, ne vedremo delle belle».
La pausa all’orizzonte potrebbe tornare utile: «È come fare un time out. È il momento di mettersi alle spalle i carichi di lavoro estivi e mettere a punto quello su sui si può lavorare». Forse, fatta eccezione per il centrocampo: «È uno dei reparti più qualitativi del campionato, per livello specifico di valori. Castrovilli e Pagano hanno dinamismo e qualità. Idem Darboe, Maggiore e Verreth. Sono tuttocampisti. Hanno corsa, forza e propensione alla finalizzazione. La qualità è superiore rispetto all’anno scorso. Non me ne vogliano Maita e Benali. Non li rimpiangeremo».
Discorso diverso per la difesa: «Qui dovremmo aspettare qualche altra partita. È un reparto completamente rinnovato. Non si gioca più a tre, ma a quattro. Lo stesso Dorval è un ibrido adatto alla fascia a tutto campo, in uno schema a cinque. Nell’uno contro uno ha ancora delle carenze. E fisicamente, con avversari più prestanti fa fatica. Se gli si va sul fondo, avendo il piede portante mancino, può andare in difficoltà. Mentre nella fase offensiva ha dimostrato di essere più a suo agio. Dickman non si discute. Gli altri, come Burgio e Meroni sono da valutare. Nessuno dei difensori ha mai giocato insieme». La rosa completata dal mercato offre comunque a Caserta la possibilità di giostrare con uomini e schemi: «Non sono propenso ai cambi di moduli continui e per le squadre camaleontiche reimpostate di partita in partita. Cambiare troppo non trasmette sicurezze ai giocatori. Meglio partire sempre con un sistema di base, apportando modifiche a gara in corso, anche in base ai risultati. Caserta ha la possibilità di farlo disponendo di risorse varie e ampie. Credo abbia già tracciato la linea del 4-3-3».
Vestito che potrebbe tornare utile nelle prossime due trasferte di Modena e Palermo: «Sono due squadre che puntano al vertice. Un bene affrontarle adesso, perché alza il livello di attenzione. Intanto, si gioca una partita per volta. Migliorando la condizione fisica, se si va a Modena creando le palle gol di Venezia ci saranno molte possibilità di fare risultato. Bisogna sempre giocare con l’idea di voler fare la partita. Come abbiamo visto nelle prime due giornate». Prospettive che camminano di pari passo con l’apporto dei nuovi e la ricerca di un leader tecnico: “«Non l’ho ancora individuato. Me lo aspetto da Moncini e Gytkjaer. Li vorrei vedere alzarsi le maniche e dare un segnale a tutta la squadra. I due non possono coesistere perché significherebbe cambiare modulo e non avere alternative in panchina». Uno sprono dal campo che coinvolgerebbe anche una tifoseria tiepida: «Parliamo di professionisti che lavorano in una grossa piazza dove si vive bene e nessuno ti rompe le scatole. Ci sono le condizioni migliori per esprimersi. Se si ritiene di non possedere le doti tecniche, tattiche e morali, si dovrebbe avere la coscienza di riconoscere di non poter rimare e andare via. Mi aspetto che i giocatori baresi, come Partipilo, Castrovilli e Bellomo, trasmettano il più velocemente possibile il senso di appartenenza alla maglia nello spogliatoio. Quello che è mancato negli ultimi anni. Mi attendo un salto di qualità da questo punto di vista. Di Cesare è un barese adottato e con Magalini ha optato per questa scelta andando in tale direzione». Valori visibili sin dalle prossime sfide: «Al di là dei risultati positivi - la chiosa di Tangorra - vorrei vedere un innalzamento delle prestazioni e delle condizioni tecniche e tattiche. Questo già basterebbe per ritenersi soddisfatti».