Una delle certezze del Lecce 2025/2026 è Wladimiro Falcone. Il nome del portierone romano figurava, a fine torneo 2024/2025, tra quelli dei calciatori che avevano comunicato al club di via colonnello Costadura di ritenere terminato il proprio ciclo nel Salento ed avevano chiesto di vivere una nuova avventura in un’altra società.
L’estremo difensore capitolino è stato accostato al Napoli, per il ruolo di vice di Alex Meret, alla Juventus, quale «secondo» di Michele Di Gregorio, e soprattutto al Torino, dove si riteneva che potesse prendere il posto di Vanja Milinkovic-Savic, segnalato dal suo ex allenatore Marco Baroni. Di fatto, ai granata sarebbe anche piaciuto ma, non volendo allargare i cordoni della borsa, gli emissari del «Toro» non si sono nemmeno fatti vivi con il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino e con il direttore sportivo Stefano Trinchera.
Nel corso del precampionato, si è fatta sempre più largo l’ipotesi che Falcone potesse restare in giallorosso. Eusebio Di Francesco, a dimostrazione dell’enorme fiducia che ha in lui ed anche in virtù di quanto ha saputo dare al Lecce nelle tre stagioni precedenti, gli ha affidato i «gradi» di capitano. «Ora fa parte della rosa e merita la fascia. In seguito si vedrà»: questo, in soldoni, il ragionamento fatto dal trainer abruzzese. Quando il Torino ha ingaggiato Franco Israel, è stato chiaro a tutti che «Wladimuro», come lo hanno soprannominato i tifosi, sarebbe rimasto in seno alla società guidata da Saverio Sticchi Damiani. A più riprese, d’altro canto, il presidente aveva rimarcato che sarebbe stato contentissimo se il ragazzo avesse proseguito il proprio percorso con il Lecce, dopo essere stato tra i grandi protagonisti delle storiche tre salvezze consecutive in massima serie.
Il mercato è terminato e si è avuta la conferma che Falcone sarebbe stato il titolare tra i pali. Qualcuno si è chiesto con quali motivazioni sarebbe sceso in campo, considerata la sua volontà originaria di vivere una nuova esperienza altrove. «Wladimuro» ha risposto a questo interrogativo (posto da pochissimi, in verità), sul rettangolo verde. Com’è sempre stato nel suo stile: poche parole e fatti concreti.
Nella prima gara ufficiale stagionale, quella di Coppa Italia disputata al «Via del Mare», dopo un primo tempo da «spettatore non pagante», in quanto mai impegnato, nella ripresa, con il Lecce in dieci per l’espulsione di Lameck Banda, Falcone ha compiuto due grandi parate. Una su un colpo di testa di Leonardo Candellone sugli sviluppi di un corner. L’altra su una conclusione dal limite di Kevin Piscopo. È stato merito suo se i giallorossi non hanno preso gol nel momento di maggiore pressione del team campano, forte della superiorità numerica.
È arrivato quindi l’esordio in campionato, al «Luigi Ferraris», contro il Genoa. Ebbene, la compagine salentina ha mostrato notevole solidità ed ha concesso pochissimo ai rossoblù, ma in una circostanza è stato Falcone a salvare lo 0-0, con una prodezza su conclusione a botta sicura di Valentin Carboni dall’interno dell’area. Si è tuffato alla propria destra e con la «manona» ha deviato in angolo. In seguito, ha fatto altrettanto con una «botta» fortissima, ma di gran lunga meno pericolosa, scoccata dalla distanza da Aaron Martin.
Dopo questo match, in televisione, ha detto: «Spero che le prime due partite abbiano chiarito che sono rimasto a Lecce con la “testa giusta”, con grandi motivazioni e tanta convinzione». Inoltre, ha rimarcato di essere onorato di indossare la fascia di capitano e di «rappresentare un intero popolo».
Contro il Milan, infine, incolpevole sulle due reti incassate, ha detto «no» ad un colpo di testa ravvicinato di Ruben Loftus-Cheek, ha negato la gioia del gol a Youssouf Fofana (tiro velenoso dai venti metri) e si è fatto trovare pronto su un diagonale di Samuele Ricci.
Quando commetterà qualche errore, come capita a chiunque, pur criticandolo, sarà il caso di non crocifiggerlo, rammentando i punti che, con le sue prodezze tra i pali, porta in dote al Lecce. O già sono stati dimenticati gli interventi con i quali ha salvato lo 0-1 all’Olimpico, contro la Lazio, nella sfida che ha sancito la permanenza in serie A nell’ultima giornata del campionato 2024/2025? Il tutto, pur nella consapevolezza che nelle uscite non sempre è irreprensibile. In porta, però, è uno dei migliori in assoluto in Italia e se alcuni sodalizi di fascia alta o medio-alta hanno pensato a lui, pur senza affondare poi il colpo, è la conferma del fatto che è un estremo difensore molto affidabile.