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Contropotere Hendrix, diabolico quell’inno

 
nicola morisco

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Contropotere Hendrix, diabolico quell’inno

Il geniale Jimi Hendrix sconvolse gli americani e il mondo intero con la sua versione dell’inno americano The Star-Spangled Banner

Lunedì 28 Ottobre 2024, 08:00

Il geniale Jimi Hendrix sconvolse gli americani e il mondo intero con la sua versione dell’inno americano The Star-Spangled Banner.
Il colore nero della pelle, il look da hippie e, soprattutto, l’uso “mancino” della chitarra con distorsioni ed effettistica come il feedback e il whammy bar (la leva del vibrato o tremolo), lo fecero apparire come un essere “diabolico” e contro il potere americano dell’epoca rappresentato dal presidente Richard Nixon, il cui mandato era iniziato a gennaio del 1969. Era il 18 agosto del 1969 e il geniale chitarrista chiudeva con la sua versione dell’inno americano quello che è stato e sarà uno dei più grandi raduni della musica rock e di controcultura di quegli anni: il festival di Woodstock, del quale quest’anno si ricordano i 55anni.
Un’esibizione che, oltre a diventare un’icona assoluta di quel periodo, torna alla mente proprio in questo periodo di presidenziali che vede in campo Donald Trump e Kamala Harris.
La particolare versione dell’inno di Hendrix, simbolo di ribellione e protesta contro lo stato delle cose, ebbe un impatto profondo sulla cultura americana, in particolare nel contesto storico dell’epoca. Hendrix, infatti, riuscì a trasformare The Star-Spangled Banner in una potente espressione artistica e politica, riflettendo la complessità e le tensioni della società americana degli Anni ‘60. Inquietudini che si manifestano in primis con la protesta contro la guerra del Vietnam: l’uso dell’effettistica alla chitarra, infatti, ricreava i rumori dei bombardamenti e delle mitragliatrici, evocando l’orrore e la brutalità della guerra.

Molti americani interpretarono questo come una critica alla politica estera degli Stati Uniti. Ma non poteva mancare una riflessione sull’identità americana: l’inno suonato in un modo così non convenzionale stimolava anche una riflessione sul patriottismo. Nel contesto di movimenti come quello per i diritti civili, l’esecuzione di Hendrix mise in discussione i valori tradizionali associati agli Stati Uniti, suggerendo che il concetto di “libertà e giustizia per tutti” non fosse ancora realizzato per tutti i cittadini americani, in particolare per le minoranze, tema ancora molto presente oggi negli States. In più, la performance di Hendrix avveniva a Woodstock, simbolo della controcultura dei ‘60, un movimento che sfidava le norme sociali, culturali e politiche dominanti.

L’impresa di Hendrix ha incarnato, quindi, lo spirito di ribellione e cambiamento, diventando un simbolo per i giovani che si opponevano al conformismo, al razzismo, alla guerra e alle ingiustizie sociali. Non ultimo, l’innovazione musicale della quale Hendrix era maestro.
Oltre al significato politico, l’esibizione è vista come un capolavoro musicale. Il chitarrista ha dimostrato la sua abilità tecnica e la capacità di spingere i confini della musica rock e blues. Il suo uso innovativo della chitarra elettrica ha trasformato un simbolo tradizionale come l’inno nazionale in un’espressione artistica radicalmente nuova.

La versione dell’inno suonato da Hendrix, è diventata un potente simbolo di protesta e riflessione critica sullo stato della nazione. Ha rappresentato sia un atto di sfida nei confronti dell’establishment, che un’esplorazione creativa delle possibilità della musica e dell’identità culturale americana. Un messaggio decisamente attuale e del quale i due candidati alla Casabianca ne devono tenere ancora conto.

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