Una persona è morta nell’incendio divampato all’alba di oggi all’interno di una baracca che si trova nel ghetto di Borgo Mezzanone, l'insediamento abusivo sorto nel Foggiano. A quanto di apprende le fiamme hanno avvolto un’abitazione di fortuna che si trova in una zona piuttosto isolata della «ex pista», dove risiederebbero numerosi cittadini di origini senegalesi. In un anno e mezzo è la quarta vittima registrata nel ghetto a seguito di incendi divampati nella baraccopoli.
«Era un bravissimo ragazzo, lavorava nei campi e vendeva anche braccialetti e bigiotteria in strada». È così che alcuni migranti residenti nel ghetto di Borgo Mezzanone descrivono Mohamed Ben Ali, (nome ancora al vaglio della polizia), il senegalese di 37 anni morto carbonizzato questa mattina nell’incendio divampato nella propria baracca in legno. A quanto si apprendere dagli altri africani, la vittima si faceva chiamare da tutti Bayfall. «Qualche settimana fa mi aveva regalato un 'tam -tam', un tamburo africano, era sempre sorridente», racconta all’ANSA Thierno, un suo caro amico. «Ci siamo visti qualche giorno fa ed abbiamo anche scherzato sulla nostra età - ricorda - io sono più vecchio di te, mi ha detto».
IL COMMENTO DI SOUMAHORO - «Il Governo, incurante e indifferente al nostro dolore, ha deciso di non affrontare i padroni della filiera agricola: i giganti del cibo, che sacrificano la nostra vita per profitto. Abbiamo convocato un’assemblea dei lavoratori oggi a Borgo Mezzanone perché non possiamo accettare che si muoia così». Così Aboubakar Soumahoro, dell’Usb, commentato sul proprio profilo Facebook la morte del migrante rimasto carbonizzato stamani nell’incendio della sua baracca in legno nel 'ghetto' di Borgo Mezzanone.
Al momento la vittima non è stata identificata. Da prime indiscrezioni si tratterebbe di un cittadino africano. Nella zona dove si è verificato l’incendio risiedono molti senegalesi e non si esclude che anche la vittima possa esserlo.
CGIL PUGLIA: ISTITUZIONI INTERVENGANO - «L'ennesima tragedia a Borgo Mezzanone, l’ennesima vita di un lavoratore straniero persa nel rogo della propria baracca dopo che un simile evento si era verificato poco più di un mese fa, sono la fotografia di come il mercato delle braccia servente all’agricoltura prosegua prescindendo dall’impegno quotidiano delle associazioni, dei sindacati, da norme che dovrebbero spingere alla regolarizzazione e all’emersione». Lo affermano i segretari generali della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi, commentando la morte di un migrante nell’incendio divampato all’alba nella baraccopoli a Borgo Mezzanone, nel Foggiano.
«L'esistenza stessa del ghetto - proseguono - certifica il ruolo e il peso che ancora esercitano i caporali. È la ragione per cui abbiamo sempre denunciato come il fenomeno può essere vinto solo se aggredito complessivamente, intervento sull'intermediazione di manodopera, sull'accoglienza, sul servizio di trasporto». «A chi in modo propagandistico e semplicistico invoca sgomberi - aggiungono - ricordiamo come Borgo Mezzanone o altri ghetti sono la dimostrazione che quella massa di lavoratori immigrati senza alloggio impiega pochissimi giorni a far sorgere altrove insediamenti simili. È evidente come sono insostenibili quelle condizioni, ma le istituzioni tutte - dal Governo alla Regione fino agli enti locali - da troppo tempo promettono soluzioni alternative». «Siamo a ridosso dell’ennesima grande stagione di raccolta - concludono - e le soluzioni messe in campo è evidente come sono insufficienti per dare risposte a tutti i lavoratori».
CISL: «IL CORDOGLIO NON BASTA» - «La morte di Mohamed Ben Ali, il ragazzo senegalese di 37 anni bruciato questa mattina nell’incendio di Borgo Mezzanone, ci lascia sgomenti, il cordoglio non basta e soprattutto non serve, ci vogliano azioni decise e concrete, bisogna intervenire una volta per tutte con forza e determinazione per mettere fine allo sfruttamento cui sono sottoposti tante donne e tanti uomini stranieri, troppi, non invisibili o senza nome, ma persone e lavoratori che meritano il giusto rispetto e riconoscimento».
Lo scrive in una nota il Segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello. "Basta "ghetti", basta baraccopoli. Siamo convinti che la regolarità degli ingressi e la regolarizzazione dei migranti presenti nel nostro Paese possano divenire una condizione fondamentale per prevenire e contrastare lo sfruttamento, la violenza, la schiavitù. Da sempre la Cisl si batte contro il caporalato, i diritti negati, l’illegalità, ma purtroppo- e queste tragedie ce ne danno conferma, le nostre azioni sembrano cadere nel vuoto, inascoltate. Il Governo ha il dovere di aprire un confronto anche con il sindacato su una possibile e doverosa revisione dei decreti sicurezza da modificare affinchè siano garantiti e salvaguardati i principi dell’accoglienza, dell’integrazione e della sicurezza sanciti dalla Costituzione e nel rispetto dei principi di solidarietà.