Se Atene piange, Sparta non ride. A Strasburgo, la destra e la sinistra sono state penalizzate. Seppure FdI e Partito democratico abbiano più eletti tra i più nell’Assemblea europea. In Italia, la destra governa, la sinistra è all’opposizione. Viceversa a Strasburgo, la sinistra è maggioranza e la destra è all’opposizione. C’è stata divisione tra i partiti di centrodestra idem in quelli di opposizione sulla elezione della presidente Ue, Ursula Von der Leyen.
Forza Italia a favore, Lega contro e FdI contro ,con una motivazione molto diversa di quella dell’alleato leghista. FI è partner del Partito popolare europeo, la Lega con i Patrioti di Orban e FdI con Ecr di cui è presidente Giorgia Meloni. Le tre posizioni differenti in Europa non hanno alcun impatto sul quadro governativo italiano.
All’interno dell’opposizione, il Partito democratico, facente parte del Partito socialista europeo, ha votato a favore della VdL, idem i Verdi, mentre la Sinistra Italiana e il M5s sono del gruppo Left e hanno votato contro VdL. Complessivamente, hanno portato a casa un bottino meno della forza che rappresentano, tuttavia, il Partito democratico ha avuto la presidenza della Commissione ambiente per Antonio Decaro e alcune vice presidenze. Beninteso anche Ecr ha avuto le presidenze e le vice presidenze, benché la Meloni abbia preferito dirottarle ai suoi alleati, in cambio di un Commissario europeo con delega pesante.
Insomma, con le pive nel sacco, figurarsi quando si passerà alla nomina dei Commissari Ue. Il minore potere contrattuale non è stato tanto della Meloni, il cui voto contrario alla Ursula VdL era risaputo, bensì, del partito della Schlein, la cui delegazione parlamentare nel Partito socialista europeo è la più numerosa. Ma hanno fatto la parte del leone i socialdemocratici tedeschi, i socialisti francesi e gli spagnoli. Alla fine, facendo i conti, la Schlein può cantare la messa men che meno la vittoria. Meloni, viceversa, ha preferito votare contro, non allinearsi al meinstream, per non essere criticata, principalmente, da Salvini. Fermo restando che ha fissato un punto irreversibile : «Nessuno nemico a destra». Sulla parodia dell’«Ultima cena» tra trans e drag, in occasione della cerimonia inaugurale delle Olimpiade, in cui si deride e si scherza sul cristianesimo, Lega e FdI hanno fatto una gara per la difesa dei valori religiosi.
Di fatto, FdI hanno votato anche contro VdL ,per via di una riunione fatta, diciamo, di soppiatto da Macron, Scholz e Weber, escludendo Meloni dal negoziato, per votare VdL e per la spartizione delle presidenze. Non c’è alcun dubbio che i popolari, i socialisti e i liberal democratici hanno preferito la linea dell’arrocco. In linea di principio è stata, sotto per sotto, auspicata dalla Meloni, pero’, dovrà mettere in conto che potrebbe avere un prezzo. Nei sondaggi di questi giorni tra gli italiani, Meloni ha un indice di gradimento, in temperie difficili, il 44% perdendo solo un punto, Schlein stazionaria al 31% .
Vale la pena ricordare che l’Italia è uno dei paesi fondatori, la terza forza economica e la seconda potenza manifatturiera europea. All’Ue, l’Italia ha dato notevoli contributi.
Romano Prodi fu eletto presidente Ue, 5 maggio 1999, grazie alla battaglia di Massimo D’Alema, Presidente del consiglio. Fu un successo, per avere a Bruxelles, per la prima volta, un italiano numero uno. «Fui io a volere Mario Draghi alla Bce e prima lo nominai alla Bankitalia», Silvio Berlusconi si vantava, giustamente, di essersi battuto, contro la cancelliera tedesca Merkel, a favore di Draghi.
Nella Prima repubblica, Emilio Colombo ebbe onori e oneri, a Strasburgo, venne eletto presidente nel 1977. Nello stesso anno, ricevette, ad Aquisgrana, terzo statista italiano, dopo Alcide De Gasperi e Antonio Segni, il Premio Carlomagno, che viene assegnato ogni anno all’uomo politico europeo che ha maggiormente contributo al processo di integrazione comunitaria.
Questa breve ricostruzione è la dimostrazione che gli italiani, che hanno ricoperto incarichi prestigiosi a Strasburgo e a Bruxelles, ultimo della serie è Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli affari economici e monetari, hanno dato il meglio di se stessi, facendo di tutto che il processo unitario europeo andasse avanti. Aspettando Fitto, non Godot. Giorgia Meloni su Raffaele Fitto ha puntato come Commissario di prima fascia. Questo è il rovello che a Meloni non le dà pace, nondimeno Schlein ha i suoi problemi per non aver portato in porto un successo negoziale, a Strasburgo.
Malgrado le differenze politiche e le contraddizioni all’interno dei singoli schieramenti, la presidente Meloni ha una situazione difficile, la leader Schlein non ha vita facile.