Venerdì 05 Settembre 2025 | 05:57

La «sveglia» di Draghi e il lungo sonno dell’Europa immobile

 
Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

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Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

L’Europa deve cambiare o non sarà mai rispettata dai «grandi» della Terra

A destra uno squillo di tromba, a sinistra non risponde uno squillo

Giovedì 04 Settembre 2025, 13:00

Non è Trump che aspetta Draghi: è la storia che aspetta l’Europa. Suona la sveglia. E molti fingono di non sentirla. A destra uno squillo di tromba, a sinistra non risponde uno squillo. La scena si ripete: ancora una volta Mario Draghi prende la parola e costringe tutti - volenti o nolenti - ad ascoltare. Un politico senza partito che mette a nudo i limiti della politica con partito.

Eccolo là: Draghi, da sempre accusato di essere «freddo» e «tecnico», è l’unico che osa dire l’ovvio. Che l’Occidente è in ritardo, che l’Europa sonnecchia, che la politica ha smesso di fare politica. L’ex presidente della Bce e premier italiano non usa giri di parole. La sua analisi è netta: l’Occidente deve ritrovare una visione strategica, scuotersi da torpori e divisioni, affrontare le sfide di sicurezza, economia e innovazione con coraggio e pragmatismo. La sua voce rimbomba come uno schiaffo. Non più compromessi, non più giochi tattici, non più slogan. Draghi rimette al centro una parola scomoda, che oggi molti brandiscono come un vessillo ma pochi praticano davvero: la Politica. Non come gestione quotidiana di emergenze, facile angolo di chi non sa che pesci pigliare, ma come visione, responsabilità, capacità di scegliere. E mentre i governi si azzuffano sul nulla e i leader europei si perdono nella nebbia l’Occidente rischia di diventare irrilevante. Punto.

La scena è globale, ma l’eco arriva dritta nelle nostre case, nei palazzi romani e nelle capitali europee. Non servono cento vertici né migliaia di tweet per capire il messaggio: o l’Europa si sveglia, o verrà svegliata da altri. E quel giorno non sarà un campanello gentile, ma il rumore assordante delle decisioni prese da Washington, Pechino o Mosca.

Il mondo oggi corre, trascinato dalle tensioni geopolitiche, dalle guerre commerciali, dalla sfida tecnologica che ridisegna equilibri di potere. Draghi suona la sveglia, forte. La domanda è: chi ha il coraggio di alzarsi dal letto e chi, invece, preferirà continuare a dormire, sperando che l’incubo non bussi alla porta? E le stelle stanno a guardare!

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