La cause della morte, l'assistenza prestata dai medici di Taranto e Bari, ma anche il ritardo del trasferimento dal Santissima Annunziata all'ospedale pediatrico del capoluogo regionale a causa di una sosta dell'ambulanza. Sono solo alcuni dei punti che il medico legale, Sara Sablone, dovrà accertare nel corso dell'autopsia disposta dalla procura di Bari ed eseguita ieri pomeriggio dopo la morte del bimbo tarantino di tre anni, avvenuta, secondo quanto spiegato nei giorni scorsi dall'Asl, a causa di una meningite fulminante. Ieri mattina, il pubblico ministero Chiara Giordano ha infatti conferito l'incarico alla sua consulente che nel pomeriggio di ieri ha effettuato l'esame autoptico e avrà ora 60 giorni di tempo per consegnare la relazione con le sue conclusioni all'inquirente barese. All'accertamento hanno presso parte anche i consulenti nominati dai familiari della bambina, assistite dall'avvocato Pasquale Blasi, e dalla Regione Puglia, citata dalla procura barese come responsabile civile. Il pm ha inoltre chiesto al consulente di valutare «anche il ritardo determinato – si legge negli atti dell'inchiesta – da una presunta sosta dell'ambulanza nel trasporto del bambino da Taranto a Bari». Non solo. Dagli atti emerge infatti che su questo punto sono in corso anche altri accertamenti affidati alla polizia giudiziaria che dovrà valutare la durata della fermata del mezzo di soccorso.
Com'è noto, infatti, l'inchiesta per omicidio colposo e colpa medica aperta dal pubblico ministero Giordano, al momento, è contro ignoti: al momento, infatti, nessuno dei medici di Taranto e Bari è stato iscritto nel registro degli indagati. Il fascicolo di indagine è stato aperto dopo la denuncia dei familiari, ma purtroppo sembra già delineata: il piccolo infatti non era stato vaccinato contro il «meningococco», un batterio insidioso che può causare infezioni molto gravi come la sepsi e, appunto, la meningite...