Domenica 07 Settembre 2025 | 14:07

Bari, il sindaco Leccese insiste: «Militarizzare le piazze non è la soluzione. Esiste un problema con i flussi migratori»

 
rosanna volpe

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Bari, il sindaco Leccese insiste: «Militarizzare le piazze non è la soluzione. Esiste un problema con i flussi migratori»

«Il fenomeno va fuori controllo quando il sistema si blocca sui permessi di soggiorno e sulla capacità di dare accoglienza»

Domenica 07 Settembre 2025, 11:21

Restano serrate le comunicazioni telefoniche tra il sindaco di Bari Vito Leccese e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. L’ultima in ordine di tempo risale a tre giorni fa. Sul tavolo il tema del momento: la sicurezza.

«Ho chiesto al Viminale - spiega il primo cittadino - un intervento straordinario delle forze dell’ordine. Ho ribadito che l’approccio al problema deve essere di sistema. Questo significa che per raggiungere l’obiettivo abbiamo il dovere di analizzare tutti gli elementi che stanno caratterizzando gli episodi che si susseguono nella nostra città. Soprattutto in alcune zone. È evidente che esiste un problema legato alla gestione dei flussi migratori. Un tema determinante, perché quando il sistema si blocca sui tempi di rilascio dei permessi di soggiorno e sulla capacità di garantire la prima e la seconda accoglienza il fenomeno va fuori controllo. Questa è la ragione per cui quanto accade nelle nostre piazze spesso diventa difficile da gestire».

Per Leccese, insomma, quello della sicurezza è un tema che va affrontato sotto tanti punti di vista. «Io sono d’accordo sul presidio delle piazze da parte delle forze di polizia. Come più volte detto, però, non credo che “militarizzare” possa essere risolutivo. Credo, invece che ridare vita alle piazze, facendo in modo che tornino ad essere spazi dedicati alla nostra comunità, alle famiglie, ai bambini e ai giovani, sia una risposta efficace».

Il sindaco nei giorni scorsi ha aperto infatti la strada a una gestione più ordinata degli spazi pubblici nelle piazze Umberto e Cesare Battisti, da tempo al centro dell’attenzione per problemi legati alla sicurezza e alla vivibilità. Il provvedimento - firmato dal primo cittadino e indirizzato al Municipio I, alla Polizia locale e alla ripartizione comunale Governo del territorio - autorizza di fatto gli esercenti delle aree circostanti a occupare anche vialetti e zone limitrofe con sedie e tavolini, in attesa di regolamenti definitivi. Una misura straordinaria e circoscritta per ora alle due piazze centrali e che punta appunto a rafforzare la fruibilità degli spazi pubblici e a restituire decoro alle aree più sensibili della città. Un modo per affiancare l’attività delle forze dell’ordine con gli strumenti che l’amministrazione ha a disposizione e restituire due piazze storiche e importanti di Bari alla comunità.

Intanto, però, l’escalation di violenza sta agitando gli animi soprattutto dei residenti a ridosso di piazza Umberto e piazza Cesare Battisti. Ma ci sono anche il molo di San Nicola e piazza Libertà. Luoghi di ritrovo, dunque, negati alla comunità e occupati dall’illegalità.

In piazza Umberto ogni giorno da mattina a sera, il perimetro è controllato da gruppi di spacciatori che vendono droga ai margini della piazza. Gli «abituali», invece, sono ormai di casa. Entrano, comprano e a volte consumano sulle panchine. Il viaggio inizia e finisce nella piazza. Capita anche che qualcuno collassi. In pieno giorno e sotto gli occhi di tutti.

I «venditori di morte» sono quasi sempre gruppi di migranti che a volte si scontrano per pochi euro. E allora succede che i residenti siano svegliati nel cuore della notte da urla e tonfi di bottiglie di vetro infrante sull’asfalto. La triste storia di piazza Umberto è cominciata tanto tempo fa quando i residenti cominciarono a denunciare i primi accampamenti all’aperto, con decine di vestiti e panni sparsi sui cespugli messi lì probabilmente ad asciugare, come se si trattasse di bucato appena lavato. Non solo, anche negozi a cielo aperto di merce contraffatta oltre al bazar della droga e alla prostituzione.

Negli ultimi mesi, però, l’occupazione della piazza si è estesa a macchia d’olio mentre si susseguono episodi di violenza e di abusi. Ai residenti resta solo l’amarezza assieme alla paura.

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