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Il voto pugliese e quella primavera data per finita

Il voto pugliese e quella primavera data per finita

 
Fabio Mollica

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Fabio Mollica

Elezioni comunali in Puglia e Basilicata, ecco la nostra guida al voto

Qualcuno parla da mesi di fine di un ciclo politico. Anche ammesso che il centrosinistra possa perdere Bari e la Regione Puglia (cosa che al momento può apparire, a seconda della propria collocazione politica: impossibile, dubbia, probabile, quasi certa), si tratta di una tesi probabilmente sbagliata

Giovedì 13 Giugno 2024, 12:43

Qualcuno parla da mesi di fine di un ciclo politico. Anche ammesso che il centrosinistra possa perdere Bari e la Regione Puglia (cosa che al momento può apparire, a seconda della propria collocazione politica: impossibile, dubbia, probabile, quasi certa), si tratta di una tesi probabilmente sbagliata. Perché quello che dura da quasi 20 anni non è solo un ciclo politico, ma un grande cambiamento culturale, sociale, economico. Ridurlo ad una questione di governo di destra o sinistra è sbagliato. E definisce la limitatezza di quanti sostengono questa tesi (o forse sperano nella fine del ciclo, quello politico, beninteso).

Del resto i limiti culturali della destra pugliese, che dopo Pinuccio Tatarella e Domenico Mennitti non ha più prodotto o valorizzato figure di così alto spessore, è stata nuovamente bocciata dagli elettori pugliesi l’8 e 9 giugno scorsi. Mai si era visto da queste parti un Pd così forte, e mai prima d’ora la Puglia aveva avuto un esponente politico di sinistra, Antonio Decaro, con un seguito elettorale così massiccio e così territorialmente esteso. Fondato su una fiducia che nemmeno gli sbilenchi sgambetti pre-elettorali hanno scalfito. Anzi, verrebbe da dire che l’operazione scioglimento sia stata una mossa maldestra che ha finito per rafforzare l’immagine del sindaco uscente.

Anche il grande risultato di Adriana Poli Bortone a Lecce è per il centrodestra pugliese una sconfitta, visto che per battere Carlo Salvemini non si è trovato di meglio che richiamare in servizio la brava ex sindaca che ad agosto compirà 81 anni. Si fosse trattato di un uomo, qualcuno avrebbe usato la locuzione «usato sicuro». Ma bisogna portare rispetto per una donna che ha avuto tanto dalla politica e ha dato tanto alla sua città. E che oggi, a prescindere da quello che diranno i ricorsi e i riconteggi, può già dirsi vincitrice, perché è stata in grado di compiere un miracolo in pochi mesi. Costringendo il centrodestra, da cui si era separata nelle amministrative del 2019 raccogliendo meno del 10%, a tornare in ginocchio da lei.

Se questo centrodestra vuole davvero chiudere il ciclo politico iniziato con Vendola e proseguito con Emiliano, dovrà lavorare fin d’ora per individuare un candidato credibile e spendibile, perché come queste ultime elezioni hanno dimostrato, gli elettori votano le persone più che i programmi. Premiano chi ha amministrato bene (Decaro a Bari, Matarrelli a Mesagne) oppure scelgono nomi che vengono collegati a determinati valori o simboli (come Vannacci e la Salis).

Da qui a 12 mesi capiremo se il famoso ciclo sta davvero finendo. O se invece si sta rigenerando e ponendo le basi per altri 10 anni di governo stabile.

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