È scomparso stamattina a Bari il giornalista Vito Cimmarusti, 92 anni, inviato e poi storico capocronista della «Gazzetta» negli anni ‘80. Cimmarrusti era tra gli ultimi superstiti di una stagione pionieristica del giornalismo barese. Lascia la moglie, Rosanna Giannoccaro, con cui proprio di recente aveva festeggiato mezzo secolo di matrimonio.
«Ricordo i suoi racconti di vita - ha scritto sui social il figlio Ivan, giornalista al Sole 24 Ore, annunciandone la scomparsa -: il 1943, a dieci anni, sotto le bombe nel rifugio antiaereo di Bologna; o di quando, per la Gazzetta del Mezzogiorno, fu inviato a seguire la guerra dei Sei Giorni in Israele — ne conservo ancora una maschera antigas di fabbricazione sovietica. Ricordo di quando - a metà anni ’80, primi ’90 - mi portava a vedere la magia della rotativa alla Gazzetta. Ricordo i viaggi, ricordo il vecchio maggiolone nero. Ricordo Castellaneta Marina: il terrazzino della villa, lui col sigaro — quel sigaro fumato fino all'ultimo».
«Ho sempre pensato - prosegue il ricordo - che mio padre fosse un degno figlio del Secolo: elegante, sorprendente, contraddittorio, luminoso e cupo, incandescente come il Novecento stesso. Un uomo moderno fino all’ultimo, con la fortuna di una vita lunga e felice, e la gioia di una nipotina meravigliosa».
















