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Com’era bello quando i nomi si sapevano prima

 
Rosario A. Polizzi

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Rosario A. Polizzi

Elezioni

I candidati, essi stessi per proprio conto, erano latori di progetti e di indirizzi politici presenti nella loro personalità e nelle loro professionalità

Lunedì 13 Novembre 2023, 12:59

Come era bello il tempo quando i territori indicavano i candidati sindaci e presidenti e lo facevano in grande anticipo. I candidati, essi stessi per proprio conto, erano latori di progetti e di indirizzi politici presenti nella loro personalità e nelle loro professionalità. Si c’era il rito dell’incontro dei responsabili politici regionali con i responsabili romani o capi-corrente: gli incontri con le delegazioni regionali. Era solo per una sintesi finale in cui si stabiliva, in funzione della forza della proposta territoriali dove puntare di più e dove si stabiliva solo un atto di presenza politica. Qualcuno forse ricorderà che maturavano, nei vari incontri, talvolta accordi trasversali tra forze politiche diverse nell’ottica di «vinca il migliore». Verrebbe da dire «da una lettera di un cittadino qualsiasi in quel tempo» c’erano uomini che costruivano per andare avanti nell’interesse concreto ciascuno di un pezzo di Nazione . Bisognava far crescere una proposta politica che, pur nelle democratiche differenze, facesse fare alle Città, alle Regioni ai territori tutti realmente un passo avanti. Ovviamente tutto era un work in progress che quasi iniziava dal momento in cui si definivano i risultati della trascorsa elezione.

Nelle «antiche sezioni» giovani e meno giovani si confrontavano in lunghe e concitate discussioni senza improprie interferenze di gerarchie le cui insegne venivano lasciate fuori. Avevi titolo di parlare solo perché militante qualunque fosse la tua posizione istituzionale. Non era deviante la mancata risposta al famoso «telefono»! E allora è bene ricordare che «non si va in Paradiso a dispetto dei Santi» e questo era ben chiaro a tutti coloro che in quelle stanze delineavano sempre con cuore e cervello il percorso della forza politica e le ipotesi di alleanze.

Certo che non erano rose e fiori quelle discussioni! Erano momenti di crescita e non vane passerelle di chi è «pagato» per farle ben sapendo che di fatto poi provocano allontanamenti e disinteresse, cause prime del proliferare dell’astensionismo. Ma quindi è tardi per intervenire? Forse si, comunque qualcuno dovrà pur operare. Certamente il tempo vola con gli eventi e le feste che si accavallano .Per ora quando tra la gente ci si incontra e scatta da dx e da sn la frase «ma che si dice?» la tragica e triste verità emerge: Tanto rumore per «nulla».

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