A Bari continua il surplace (o la melina, se volete), a destra come a sinistra. Fioccano autocandidature e latitano quelle di chi avrebbe titolo e onere a proporle.
Per giustificare lo stallo, a sinistra ma anche a destra, con spirito emulativo, si dice, prima le idee e i programmi. Nomina sunt consequentia rerum, si potrebbe dire ma le res, le idee e i programmi, quali sono? Non vengono fuori. Tutt’al più, finora, una lista scontata dei problemi senza alcuna ipotesi di soluzione.
Ci sono state riunioni e recentemente un’assemblea popolare (a destra?) dalla quale, alla luce di un’inchiesta e un dossier, è emerso che ai cittadini interessano il sistema dei trasporti, la pulizia e la sicurezza. E ci voleva un’indagine conoscitiva per saperlo? Sono questioni certamente importanti per i cittadini.
Ma è una visione ristretta, mancano temi fondamentali. Soprattutto l’urbanistica, Nuovo piano regolatore. E poi anche le politiche del lavoro, la tutela della salute, l’emergenza casa, la qualità dei servizi, le misure per la povertà: temi importanti, soprattutto in un momento di tagli indiscriminati da parte del Governo. Ma su tutto questo si tace.
Certo, i trasporti, si diceva, che riguardano anche traffico e viabilità. Sul traffico Bari non sta male, soprattutto grazie ai park&ride. L’Amtab è un problema grosso che mi pare improbabile risolvere con il ticket annuale di 20 euro, della serie, visto che non paga nessuno, proviamo con gli spiccioli.
Più serio il problema della pulizia, essendo la città sporchissima. Problema atavico aggravato dallo scarso senso civico dei cittadini. Quali sono i programmi dei partiti e dei candidati? Gli asfalti delle strade sono poi tappezzati da rifiuti dei chewing-gum.
Esiste un mezzo per eliminarli? Come fanno nelle altre città? O si deve pensare di vietarne la vendita? Sicurezza. I cittadini la richiedono. Soprattutto i fragili, i vecchi, i poveri, quelli che vivono nelle periferie e in zone disagiate. Il problema è sottovalutato dalla sinistra. Chi lo fa presente «insegue la destra». È la destra, che non viene inseguita, vince le elezioni, probabilmente perché più in sintonia con i ceti popolari. Non insisto, altrimenti vengo bacchettato da sinistra e io sono fedele all’insegnamento radicale pas d’ènnemis à gauche. Intanto la destra tracima.
Meditate, candidati di sinistra, meditate! Passando alle candidature credo sia ora di uscire allo scoperto. I candidati si candidino sulla base delle idee e dei progetti per la città. Non c’è nulla di male, ed anzi mi pare più corretto. Certo sarebbe meglio, parlo per la sinistra, un candidato unico condiviso. Non amo le primarie che mi sembrano una delega o una rinuncia da parte della politica. E poi le primarie, specie a Bari, possono essere pericolose. I civici sono più addestrati a portare truppe cammellate. Lo stesso Decaro, che è Decaro, vinse di strettissima misura sul candidato civico. Per qualche decina di voti poteva cambiare il destino della città. Meglio scegliere insieme una personalità unificante. Niki, ad esempio, andrebbe benissimo. Si può provare a vincere la sua resistenza. La Politica (con la P maiuscola) non può essere oggettivamente penalizzata dalle pur comprensibili lungaggini giudiziarie, e, secondo la Costituzione, l’imputato è innocente fino a sentenza di condanna passata in giudicato. E poi per Niki non c’è bisogno di aspettare la prevedibile e auspicabile assoluzione, in appello e/o anche in Cassazione. Niki è stato già assolto dal sentire comune e dal buon senso, che è una precondizione del diritto. E se non è possibile Niki, c’è Michele Laforgia, che è un candidato forte e prestigioso. E non mancano certo altri nomi su cui poter convergere unitariamente.
E se infine le primarie fossero inevitabili, il PD ne dovrebbe candidare uno solo, facendo, se del caso, fra gli iscritti, preprimarie interne tra i tre aspiranti. Altrimenti si finisce per spianare la strada a un candidato civico.
E a questo punto si impone un discorso sul civismo made in Puglia e sui candidati civici (sia chiaro, Michele La Forgia non è tra questi; ha un’altra caratura politica e culturale). È luogo comune che senza i civici la sinistra in Puglia (ed anche a Bari?) non possa vincere. Ma non è che bisogna vincere a tutti i costi e a qualsiasi prezzo, lo ha già detto Gigia Bucci, ed io concordo.
Senza i civici non si vince? Ma con i civici chi vince? Vince la sinistra? Ho dei dubbi, vedi la Regione spesso condizionata da un civismo sempre più aggressivo e debordante e costretta ad allargare la maggioranza sempre più a destra, da Palese a Boccardi, attraverso strade di Damasco sulla cui genuinità ed irreversibilità è legittimo nutrire, stando anche ai precedenti, quantomeno qualche perplessità.
E quindi mehr licht, «più luce» come invocava Goethe in punto di morte (ma alcuni sostengono che si limitasse a chiedere l’apertura di un’altra finestra…). Fate voi, comunque più chiarezza, sui programmi e sulle candidature. Il tempo stringe e le previsioni non sono incoraggianti. Diamoci da fare.