In una piazza di Bari, su di un alto piedistallo tra aiuole e panchine, c’era un monumento a un Musicista vissuto tanto tanto tempo fa.
Il Musicista, alto e di bell’aspetto, vestiva una elegante marsina, in una mano stringeva un voluminoso spartito e nell’altra una penna d’oca. Con il capo un po’ piegato in avanti guardava i passanti con aria pensierosa.
Sull’alto piedistallo, con accanto la panca da pianoforte e una catasta di spartiti, gli piaceva stare: il panorama era ampio. Chi aveva deciso di collocare li quel monumento aveva scelto bene: la piazza si apriva su di una lunga e larga strada sulla quale si affacciavano eleganti negozi, spazi verdi e bei palazzi.
La statua del musicista era speciale.
Pur essendo di pietra sapeva pensare, sentire suoni, rumori e riusciva a godere i tanti profumi che, serpeggiando fra i vicoli della Città Vecchia, spinti dal vento di levante arrivavano alle sue narici. Ahimè, lo smog cittadino lo aveva ricoperto di una patina scura, le pieghe del panciotto e i merletti della camicia, erano quasi del tutto neri.
Il Musicista pensava – Sono un monumento di bella pietra pugliese ma in uno stato di tale degrado che nessuno si accorge che sono qui. –
Ogni giorno vedeva la macchina blu del Sindaco uscire dal Palazzo di Città. Il Sindaco seduto sul sedile posteriore, con cenni della mano salutava i cittadini e distribuiva sorrisi a destra e a manca.
A lui neppure uno sguardo.
In una tiepida giornata accadde un fatto nuovo: una vivace Tortorella volteggiò attorno al Musicista.
Dapprima si posò sul capo e beccò alcuni semi che si erano infilati fra i riccioli della parrucca, poi scese in basso e andò a curiosare fra gli spartiti accatastati sotto la panca, infine si posò sulla mano che impugnava la penna d’oca, piegò il capo da un lato e guardò il musicista negli occhi.
- Sei una bella statua – tubò – perché hai lo sguardo triste? –
Il Musicista non poteva parlare, pensò – Sono sporco e dimenticato da tutti, c’è poco da stare allegri –
La Tortorella, che sapeva ascoltare i pensieri, anche quelli delle statue di pietra, lo consolò: - Suvvia, non scoraggiarti, ci sarà una soluzione! –
Il cuore del Musicista esultò – Senti il mio pensiero? Questo mi consola! Con te qui intorno mi sentirò meno solo.
- Non posso fermarmi sono di passaggio, torno a casa in Arabia e devo rispettare i tempi della migrazione per non incappare in venti e temporali, però, prima di partire vorrei aiutarti-
La Tortorella si levò in volo e sparì. Fu presto di ritorno: - Sono andata ad ispezionare l’occidente, per domani si annuncia bel tempo – Si posò sulla spalla del Musicista e gli sussurrò all’orecchio – Tornerò domani e mi dedicherò a te –
Ancora una volta il Musicista restò solo, con lo sguardo fisso rivolto alla strada, riprese mestamente ad osservare l’andirivieni del traffico cittadino.
Il giorno dopo il sole splendeva caldo e luminoso.
Il Sindaco si affacciò alla finestra del suo ufficio – Che cielo terso – esclamò- ho voglia di fare una passeggiata –
Così fece.
Attorniato dai suoi Assessori, mani in tasca e petto in fuori, si avviò godendo della bella mattinata.
Era nei pressi del monumento al Musicista quando improvvisamente nel cielo apparve la Tortorella. Dapprima compì alte evoluzioni poi abbassò il volo e cominciò a girare attorno alla testa del Sindaco.
Sorpreso da questo fatto nuovo il Sindaco smise di discutere di tasse e contravvenzioni e incuriosito dall’insistente batter d’ali levò in alto lo sguardo.
Fu allora che gli occhi azzurri del Sindaco e quelli di pietra del Musicista si incrociarono.
Il Sindaco si fermò ed esclamò: - Questo monumento ha bisogno di un urgente restauro! Un Musicista così importante non può essere mortificato dalla fuliggine della città!
Nella riunione di domattina, il primo punto all’ordine del giorno sarà: lavaggio e restauro della statua del Musicista. –
Gli Assessori non attesero la riunione del giorno seguente, vista l’urgenza della situazione, seduta stante approvarono il restauro.
Il giorno successivo, di buon ora, nella piazza arrivò una squadra di operai e in men che non si dica attorno al Musicista fu costruita una struttura speciale chiusa da un telo.
I restauratori lavorarono ininterrottamente per dieci giorni e dieci notti, poi arrivarono i giardinieri che pulirono la grande aiuola al centro della quale sorgeva il monumento: estirparono le erbacce, potarono i cespugli e piantarono ciclamini bianchi e rossi.
Quando la statua fu liberata dalla struttura speciale il Musicista, nel meraviglioso abito settecentesco, apparve in tutto il suo splendore.
OOOOH !!! – esclamarono i cittadini e corsero ai piedi del monumento.
Tutti avevano qualcosa da dire:
-Splendide le trine della camicia sembrano di seta -
-Stupefacente, si possono contare i bottoni del panciotto -
-Che bellissimo viso e che sguardo fiero! –
- Impeccabili i riccioli della parrucca, si vede lontano un miglio che l’acconciatura è parigina –
-Guardate, il piede sporge dal piedistallo sembra che il Musicista voglia scendere per venire fra noi –
Tra la folla, un giovane e ambizioso musicista pensò: - I fogli degli spartiti sembrano di carta, ci saranno scritte anche le note? Che raffinato Musicista, vorrei diventare celebre come lui! – Aggiustò la custodia dello strumento in spalla, sospirò e andò via.
Passò del tempo.
Una notte il giovane musicista ritornando a casa dopo un concerto, ripassò davanti al monumento, era attratto da quel Musicista di pietra, si fermò e lo guardò con ammirazione. Grande fu il suo stupore quando vide staccarsi un foglio dallo spartito che la statua stringeva nella mano.
Il foglio volteggiò nell’aria e cadde ai piedi del giovane che prontamente lo raccolse: era un vero spartito musicale pieno di note scritte in maniera disordinata.
Il giovane sorrise al musicista ripiegò il foglio e se lo infilò in tasca.
Su quelle disordinate note il giovane lavorò giorni e notti. Scrisse un gran numero di spartiti: la sua prima composizione musicale era nata.
Con quel lavoro partecipò al concorso cittadino per giovani musicisti e vinse il primo premio.
Fu così che in una calda serata di maggio, dalla luccicante cassa armonica costruita nei pressi della statua del Musicista per la festa cittadina, si levarono brillanti note: l’orchestra suonava l’Opera Prima di un promettente musicista.
Alle note di quella musica meravigliosa accorse tanta gente che presto diventò una grande e silenziosa folla in ascolto.
La fine dell’esecuzione fu salutata da un fragoroso applauso che serpeggiò fra i palazzi, piazze, parchi e si sparse per tutte le vie della città arrivando anche nelle strade della periferia.
I cittadini che erano per strada si fermarono, quelli che erano in casa si affacciarono a balconi e finestre e applaudirono.
L’intera città all’unisono fece un lungo altisonante applauso che fu udito anche nelle città vicine.
Dall’alto del piedistallo, gli occhi del Musicista s’illuminarono di una luce nuova e nel suo cuore nacquero tante melodie da regalare a tutti quei giovani e talentuosi musicisti che di notte, passando davanti al suo monumento si sarebbero fermati ad ammirarlo.