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BARI - Il Bari è in caduta libera. La squadra biancorossa non solo sta vivendo un crollo verticale che negli ultimi due mesi l’ha condotta dall’anticamera della zona playoff all’inferno dei playout, ma addirittura ora sta battendo record storici di negatività. Difficile capire le ragioni di una simile involuzione: lo scorso 17 febbraio, i biancorossi superavano 1-0 la Feralpisalò al San Nicola centrando il secondo successo di fila dall’avvento di Giuseppe Iachini. Il tecnico marchigiano era stato ingaggiato in luogo di Pasquale Marino per alzare nettamente l’asticella: lo specialista assoluto delle promozioni dalla B alla A (ben quattro in carriera), l’uomo in grado di risolvere le crisi delle società pur entrando in corsa, sembrava ancora una volta riuscito a invertire la rotta. Erano bastati 180’ per scacciare ogni brutto pensiero e «guardare» in alto: al 25esimo turno, i Galletti erano noni a pari punti con il Brescia, ad una lunghezza dalla zona playoff, a tre dal Cittadella settimo e a sei dal Catanzaro, sesto. Lo spogliatoio idolatrava il mister ascolano: le scene di esultanze sfrenate e di festeggiamenti corali al termine dei due match vinti sembravano l’inizio di una magia.
LA PEGGIORE DELLA B Invece, si è trattato della più crudele delle illusioni. Perché il Bari negli otto impegni successivi è riuscito a fregiarsi del peggiore score della cadetteria. Ha inanellato subito due sconfitte esterne (con Sudtirol e Catanzaro), uno striminzito pari interno con lo Spezia per poi cadere ancora a Venezia e in casa con la Sampdoria. Quindi, il «brodino» di Pasquetta con l’1-1 a Modena e altri due ko: al San Nicola con la Cremonese e sabato scorso a Como. Totale: due punti in otto giornate, con appena cinque reti realizzate e 13 subite. Una striscia di batoste che nessuno ha eguagliato in categoria nello stesso periodo: persino il Lecco fanalino di coda ha raccolto di più, anche se in assoluto la serie peggiore della stagione tocca per ora al Cittadella con otto ko di fila dalla 21esima alla 28esima giornata. Tuttavia, i veneti sono riusciti a risollevarsi con quattro pareggi ed un’affermazione negli ultimi cinque turni, mentre dai pugliesi si attende ancora un segnale di riscossa. Il Bari si ritrova, così, con indicatori tremendi: è penultimo per numero di vittorie (sette, solo il Lecco peggio con sei), per rendimento esterno 13 punti in 17 viaggi (anche qui soltanto il Lecco peggio a quota 12), per reti realizzate (31: meno hanno segnato soltanto lo Spezia ed il solito Lecco con 31 gol).
Ma non finisce qui. Perché per ritrovare un frangente così oscuro nella storia barese bisogna tornare addirittura al 2010-11, ovvero l’anno della discesa dalla A alla B: in quel torneo, scandito anche dagli echi dello scandalo scommesse, la serie horror segnò un punto in otto gare, dalla sesta alla 13esima giornata. Il «dramma», peraltro, è realtà dopo l’ultima giornata di B. Perché capitan Di Cesare e compagni sono quartultimi a quota 35, insieme allo Spezia che, però, guadagna una posizione rispetto al Bari per i migliori risultati negli scontri diretti (vittoria 1-0 in Liguria, pareggio 1-1 al San Nicola). Tradotto: se il campionato finisse oggi, i biancorossi disputerebbero il playout da quartultimi proprio contro i bianconeri, giocando il match di ritorno in trasferta. Con le due compagini a pari punti, inoltre, si sarebbe nell’unica fattispecie in cui, in caso di doppia parità nello spareggio (due pareggi o vittoria e sconfitta con la medesima differenza reti) si procederebbe con tempi supplementari e calci di rigore. Calcoli superflui con cinque turni ancora da disputare, ma lo scenario è emblematico.
NESSUN RIBALTONE E «SOLITO» SILENZIO La giornata di ieri, intanto, è trascorsa nel più «assordante» dei silenzi. Non ha preso parola alcuno dei vertici del club: a partire dall’amministratore unico Luigi De Laurentiis per proseguire con il direttore sportivo Ciro Polito. Sta diventando un’abitudine anche la «bocca cucita» dei calciatori che, dopo gli ultimi ko, non hanno puntualmente rilasciato dichiarazioni né nel post partita, né durante la settimana. L’unico ad esporsi è stato proprio Iachini che oggi, a meno di clamorosi sviluppi, comincerà la settimana di preparazione al confronto di sabato (alle 14, al San Nicola) con il Pisa. In realtà, la posizione dell’allenatore marchigiano non è mai parsa traballante, né si è davvero fatta luce l’ipotesi di affidare la panchina al tecnico della Primavera, Federico Giampaolo. Lecito, allora, chiedersi se, senza una ferma presa di posizione da parte della società sul da farsi (a prescindere dalla questione allenatore), possa scattare la molla che animi questo rush finale.
CINQUE «FINALI» Già, perché stavolta non è proprio un modo di dire. Pisa in casa, Cosenza in trasferta, Parma al San Nicola, viaggio a Cittadella per poi chiudere con il Brescia tra le mura amiche: ecco il percorso che attende il Bari, senza margini d’errore. Superfluo fare calcoli sulle motivazioni altrui: al momento, tutte le rivali sono in ballo per un obiettivo tra promozione diretta (Parma), playoff (Pisa, Brescia e Cittadella) e salvezza (Cosenza). Doveroso, invece, fissare una tabella di marcia che dovrà prevedere un minimo di otto punti per evitare il playout o scenari peggiori. Non siamo ancora all’impresa impossibile, ma si tratta di un percorso a tappe forzate in cui praticamente non si può più cadere o, al limite ci si può concedere un paio di passi falsi a patto di centrare tre colpi pieni. Urge un segnale: perché oggi la realtà narra solo di una discesa senza freni.