La Puglia torna in giallo: i dati parlano chiaro con il 15% dei contagi in meno (in valori assoluti) nell’ultima settimana e i ricoveri che si riducono. Ma attenzione a farsi trarre in inganno: ogni giorno dalle nostre parti si contano tra i 20 e i 40 decessi e il tasso dei contagi tracciato tramite i test si è sempre mantenuto su valori doppi rispetto alla media nazionale.
Insomma, non è solo oro che luccica quell’indice R con T che stabilisce le colorazioni assegnate dal Governo, perché la Puglia è ancora lontana dal paradiso covid free che tutti stiamo immaginando.
Si sta avvicinando l’estate e le temperature spingono all’aria aperta, al mare, alle fughe da casa. Tutto giusto e comprensibile dopo oltre un anno di lock down pesante (quello del 2020) e di semi-lock down da zona arancione. Un sondaggio diffuso ieri dall’Ordine degli psicologi pugliesi dice che il 39% della popolazione ha un livello di stress elevato, con un calo della paura per l’emergenza Coronavirus (dal 58% di febbraio-marzo al 40%) e un incremento di stress riguardo la condizione economica (oggi al 31% contro un 25% degli ultimi mesi) e del peso di fattori psico-relazionali (rapporti familiari, con i figli, con i colleghi di lavoro, benessere soggettivo): oggi è al 21% contro il 15% dei mesi precedenti.
Significa che il livello di sopportazione sta superando il limite e sbaglia chi pensa siano solo i ristoratori «maschietti», costretti a chiudere, ad aver diritto di protestare: il peso maggiore delle chiusure lo hanno subìto le donne, che si sono dovute fare carico dei problemi familiari e in molti casi della perdita del lavoro, e i giovani. Ai quali è stato negato il diritto più importante della vita, quello che spesso solo la scuola può garantirti: la socialità.
«Gli aspetti psico-relazionali non sono più una conseguenza dello stress causato dal Covid, bensì sono diventati la causa stessa dello stress. Moltissimi adolescenti – spiega Vincenzo Gesualdo, presidente degli Psicologi pugliesi - sono talmente isolati da aver dichiarato di non aver più voglia di uscire nemmeno quando si potrà. Sono spaventati e bloccati, e questo inficerà certamente la capacità relazionale di alcuni di loro».
Ecco, la Puglia gialla dovrà affrontare anche questo: da un lato l’esplosione di libertà (folla in strada, gente in spiaggia, bar spalancati e cene al ristorante anche dopo le 22); dall’altro la miseria economica cresciuta, l’isolamento sociale, la disoccupazione galoppante. E, ancora una volta, dovrà affrontare tutti i problemi lasciati irrisolti dalla pandemia, quelli che già nel 2020 ci erano noti e nessuno è stato in grado di risolvere. Cosa accadrà a settembre, quando si pensa dovranno riaprire le scuole? Davvero i trasporti saranno pronti agli afflussi scaglionati essendoci più mezzi pubblici a disposizione o – come ammette persino il governatore della regione più ricca d’Italia, Zaia – i mezzi non sono sufficienti nemmeno in Veneto? Figuriamoci in Puglia.
E ancora, facciamo bene a illuderci che il caldo «soffochi» il virus, che nel frattempo si è «organizzato» con nuove varianti arrivate dall’India o dal Sudafrica anche dalle nostre parti? Basterà stare di più all’aria aperta – magari dimenticando i dispositivi di sicurezza come le mascherine – per dire «ne siamo usciti»? O sarà sufficiente correre sulle vaccinazioni, come pure si sta provando a fare, senza raggiungere però quella immunità di gregge (che significa, dopo gli anziani e i fragili, i giovani, le categorie produttive etc.) per dire «ce l’abbiamo fatta»?
Ecco perché nella Puglia gialla sarebbe sufficiente non commettere gli errori che già abbiamo visto in Sardegna, non ancora affollata di turisti ma esaltata dal passaggio in bianco durato una settimana… A far nascere nuovi focolai, purtroppo, non ci si mette niente: sarebbe sufficiente rispettare le regole, distanziare i tavoli e gli ombrelloni, scaglionare gli ingressi in negozio o a ristorante e, magari, aumentare i controlli nelle città invece di assistere ad altre «sceneggiate» a beneficio di qualche telecamera da parte dei sindaci, per superare indenni la nuova libertà. Che è un bene prezioso e, per questo, dopo averlo conquistato bisogna saperlo custodire con cura.