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Post-virus, più innovazione per non restare al verde

 
Umberto Sulpasso

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Umberto Sulpasso

La politica agricola non può assorbire una fetta così larga delle spese quando la rivoluzione tecnologica avanza a ritmi enormi

Giovedì 02 Aprile 2020, 17:32

La battaglia europea scatenata sui «Coronavirus bond», per cui certi paesi chiedono giustissimamente una politica di collettiva responsabilità europea per le spese indispensabili per affrontare il «nemico occulto», rischia di trasferirsi su un terreno politico non corretto: quello del nazionalismo conflittuale che tanto piace ai sovranisti doc. E’ lampante che dalla Germania ci si aspetti un’attitudine radicalmente diversa rispetto a quella adottata con la Grecia , anzitutto perché la memoria dovrebbe ritornare all’unificazione monetaria delle due Germanie, grazie alla disponibilità europea che ne pagò costi notevoli, in secondo luogo perchè larghissima parte dei surplus da esportazioni tedeschi – eccessivi - avvengono nell’ambito comunitario, ma soprattutto perchè quella unificazione fu atto politico condiviso.

Nei giorni prossimi vedremo purtroppo accanirsi il dibattito in termini nazionalistici il che impedirà di vedere più serenamente problemi strutturali che invece sono rilevanti, a mio parere prioritari, come il riordino delle prelazioni politiche dal settore agricolo rispetto a quello industriale e delle innovazioni tecnologiche.

Di uno dei più grandi centroavanti della storia, lo svedese Gunnar Nordahl , si ricordano epiche azioni come i 40 metri corsi con un difensore allacciato alla cintura, praticamente trascinato, e susseguente goal, ed un fantastico goal fantasma, credo unico nella storia, quando una sua cannonata fu di tale violenza che la palla entrata in rete, ne uscì e l’arbitro non se ne accorse e lasciò proseguire l’azione. Gunnar - deceduto per infarto in una piscina dove indossava costume da bagno rossonero- era la punta di diamante del mitico trio milanista GreNoLi, e mentre il primo (Gren) era chiamato il Professore, e l’ultimo Liedholm era il Barone, lui era conosciuto come il Pompierone. Gunnar scrisse un libro autobiografico – oro e campi verdi - il cui titolo è bene ricordare in epoche di corona virus bond rifiutati da alcuni paesi.

Oro, è l’entità delle entrate della comunità europea, diciamo circa €140 miliardi, neppure tanti se si considera che è inferiore all’1% del Pil europeo. Personalmente credo che questo importo dovrebbe essere portato almeno al doppio se non al triplo per permettere alla Unione Europea di cominciare ad essere veramente adulta e avviarsi a caratterizzarsi per altre politiche che non siano Campi verdi. Le spese della comunità per le politiche agricole sono circa 40%. Troppo se si considera che l’ Unione europea per diventare veramente adulta dovrebbe puntare alle politiche della tecnologia industriali e soprattutto della innovazione tecnologica dove da sempre, è al rimorchio degli USA e ora in alcuni aspetti anche della Cina.

Ma il sostegno all’agricoltura –giusto e lungimirante in partenza – ha un effetto sottovalutato in termini di coscienza europeistica. L’agricoltura è da sempre un settore che ha alimentato una classe sociale strutturalmente conservatrice, poco dedita alla innovazione e quasi sempre aliena alla solidarietà. La popolazione agricola della UE è di poco superiore al 4% della totalità della popolazione lavorativa, ma questa popolazione lavorativa del 4% è destinataria di quasi la metà delle spese del budget europeo. Naturalmente è chiaro che di questa politica beneficia la comunità nel suo totale, ma il fatto resta. La politica agricola non può assorbire una fetta così larga delle spese quando la rivoluzione tecnologica avanza a ritmi enormi. E allora non potendo ridurre il numeratore, occorre aumentare il denominatore. Per capire la necessità di spinta all’innovazione bisogna confrontare le spese militari USA, circa il 5% del budget federale, e quelle della Russia e della Cina, fra il 3 e il 4 %, a fronte delle quali quelle europee sono di circa il 2%, ma non centralizzate bensì frutto di una semplice addizione di spese. Ora non si vuole promuovere una politica militaristica, ma è noto che gran parte della innovazione USA nell’alta tecnologia viene da quel tipo di spese e la UE deve inventarsi un modello di sviluppo che personalmente chiamo economia del sapere. La Germania sbaglia moltissimo nel non sostenere i Corona virus bond, ma sbagliano anche coloro che per difendere una giustissima urgenza finanziaria, puntano sull’antigermanesimo. Macron ha dimostrato che il dissenso va gestito in termini operativi. Noi abbiamo un trio in grado di agire in quel modo. Il presidente Mattarella, riferimento politico di altissimo livello; l’ex Governatore della Bce, Draghi, riferimento finanziario internazionale unico; ed il nostro Pm Conte che sta portando il paese ad una responsabilità condivisa impensabile solo pochi mesi fa.

La Germania sbaglia, ma bisogna farglielo capire ragionevolmente. Quel trio è perfettamente in grado di farlo. Un po’ più di oro per le industrie e l’ innovazione e un po’ meno per i campi verdi, con gli eurobond necessari. Chiamiamoli Sapere Europa Bond.

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