Si chiama «ENI» è il nuovo album del cantautore pugliese La musica di FORTE (nome d'arte di Lorenzo Forte), uscito il 5 maggio per ADA Music Italy: un diario di esperienze vissute tra folk, indie-pop e cantautorato. Nove «canzoni buie» ma con un barlume di speranza allʼinterno. Un sound morbido e grezzo allo stesso tempo, tante domande e poche risposte, registrato d'estate nelle campagne pugliesi con gli amici di sempre. Abbiamo intercettato Lorenzo per farci raccontare qualche dettaglio sul lavoro.
Ci racconti il titolo di questo disco e da quali idee nasce tutto il progetto?
«“ENI” nasce dal bisogno di esprimersi, è un disco pieno zeppo di sensazioni che volevo incanalare in musica. L’obiettivo è sempre stato quello di esprimere contenuti semplici e intimi tramite una vena dolce e cantautorale unita ad una più ruvida e anglosassone. Il titolo è preso dal primo vocale che apre l’intero disco».
Nove canzoni buie ma con un barlume di speranza: come convivono dentro di te questi due aspetti?
«Credo che luce e buio convivano in ognuno di noi e che siano sempre in forte contrasto, ma si spera sempre nella luce. Ormai però viviamo in un momento storico dove la gente ha bisogno e vuole quasi esclusivamente leggerezza. Credo che la soglia di attenzione si sia abbassata tantissimo e che sempre meno persone abbiano voglia di ascoltare contenuti impegnativi».
Parliamo dei suoni di questo disco, vintage e cantautoriale, in un momento storico in cui spesso alla musica non si dà il valore che merita lasciando più spazio alle produzioni: tu sei un cantautore, come vivi questa cosa?
«Molto spesso non decidiamo noi cosa scrivere, le canzoni vengono fuori e basta. Personalmente resto parecchio aggiornato sulla musica attuale, molte cose mi piacciono, altre no. Credo sia sbagliato snobbare le nuove produzioni, o anche abbracciarle a prescindere perché ora vanno per la maggiore».
Quali sono le tue ispirazioni musicali, cosa ascolti?
«Oramai ascolto canzoni e artisti casuali, riesco a cogliere cose che mi piacciono e che non amo anche nel disco di un artista che non sopporto. Se devo fare due nomi, ho apprezzato moltissimo l’ultimo lavoro dei The National e quello delle Wet Leg».
Che progetti hai per il futuro immediato?
«Sicuramente suonerò in giro, ma voglio anche mettermi a scrivere subito nuova musica».