“A.P.” segna una svolta sonora verso atmosfere più techno: cosa l'ha spinta a contaminare il rap con queste sonorità?
«Con “A.P.” ho voluto portare il mio rap fuori dagli schemi. La techno per me non è solo un genere, è un’energia: è il suono delle notti, del sudore, del battito che non si ferma mai. Era naturale contaminarlo col rap perché rappresenta la mia doppia anima: quella cruda del blocco e quella più visionaria, che guarda avanti e vuole innovare».
"Watch me on my way to the top” è un vero manifesto di ambizione: qual è il suo concetto personale di successo?
«Per me il successo non è solo numeri o views: è arrivare dove sembrava impossibile, senza piegarmi e senza tradire chi sono. È trasformare le cicatrici in medaglie, restare vero e allo stesso tempo dimostrare che dal blocco si può puntare al mondo. Il successo è libertà, è scegliere io la mia strada».
Ha iniziato al conservatorio per poi abbandonare la musica e riprenderla come liberazione: come quel percorso ha cambiato il suo modo di scrivere e vivere i testi?
«Il conservatorio mi ha dato tecnica, disciplina, il rispetto per la musica. Ma l’ho lasciato perché sentivo il bisogno di vivere, di sporcarmi le mani. Quando poi sono tornato a scrivere, la musica era diventata ossigeno, liberazione. Adesso nei miei testi metto insieme entrambe le cose: la precisione che ho imparato e la vita vera che ho vissuto».
Brani come “Martini Porn Star” le hanno dato visibilità internazionale sulle piattaforme: cosa significa portare Bari e la scena pugliese fuori dall’Italia?
«Portare Bari fuori dall’Italia è un orgoglio. La mia città e la Puglia hanno tanto da dire ma spesso restano nell’ombra. Se i miei brani arrivano oltre i confini e fanno scoprire le nostre radici, i nostri suoni, il nostro slang, allora sento di star facendo qualcosa di più grande di me: sto dando voce a un pezzo di Sud che vuole farsi ascoltare».
Guardando avanti, cosa possiamo aspettarci dal suo percorso dopo “A.P.”? C’è già un progetto più ampio in arrivo, magari un album?
«Dopo “A.P.” voglio alzare ancora di più l’asticella. Sto lavorando a un progetto che racconta tutte le mie facce: il buio, la rabbia, ma anche l’ambizione e la visione. Non voglio anticipare troppo, ma sì: c’è un lavoro più ampio in costruzione, un viaggio che non sarà solo un album, ma una dichiarazione di identità».