Un universo di suoni elettronici e voci capaci di reinventare ogni brano: è la magia di Discoverland, il progetto di Pier Cortese e Roberto Angelini, che torna dal vivo in Puglia domani, sabato 6 settembre, a Lecce per la decima edizione del Narin Fest, la rassegna organizzata da Terra del Fuoco Mediterranea (appuntamento a Tagliatelle – Stazione Ninfeo, ore 20:30), e domenica 7 settembre nella Corte Davide Santorsola di Palazzo delle Arti Beltrani a Trani nell'ambito della rassegna Musica a Corte.
Nato nel 2011 dall’incontro tra i due cantautori, produttori e polistrumentisti tra i più raffinati della scena italiana, Discoverland ha saputo imporsi come un laboratorio sonoro visionario. L'ultimo disco, «Ero», è stato portato in tour anche con Niccolò Fabi, accolto con entusiasmo da pubblico e critica.
Che rapporto avete con questo territorio e con il pubblico pugliese?
«La Puglia per noi è sempre stata terra di accoglienza, calore umano e ascolto profondo. Ogni volta che torniamo riconosciamo un’energia speciale. Il pubblico ha spesso grande sensibilità ed empatia da queste parti. Partecipa, si emoziona, restituisce intensità. Questo rende ogni concerto un’esperienza unica, mai uguale alla precedente».
Il giro di palchi con Fabi vi ha dato un respiro diverso, che eredità vi portate dietro?
In molti parlano della dimensione mistica e quasi spirituale dei vostri live: è qualcosa che curate consapevolmente o nasce in modo naturale?
Nell’album si percepisce un equilibrio tra strumenti acustici e ricerca elettronica: quanto tempo avete dedicato alla costruzione di questo sound?
In un’epoca in cui i numeri e le tendenze spesso guidano le scelte artistiche, cosa significa per voi continuare a portare avanti un progetto così personale e libero?
Guardando avanti: pensate già a nuove collaborazioni o a un’evoluzione futura, magari verso un linguaggio ancora diverso?
«Immaginiamo Discoverland come un organismo vivo, in continua trasformazione. Ci piace l’idea di aprirci a nuove collaborazioni, perché ogni incontro porta una luce diversa sul nostro percorso. Non sappiamo ancora se sarà con altri musicisti, con artisti visivi o con il mondo del teatro e del cinema, ma di certo ci interessa spingerci oltre. L’evoluzione naturale di Discoverland è proprio questa: cercare sempre un linguaggio nuovo, senza perdere la nostra essenza».