L'ospedale Monopoli-Fasano prende forma: ecco il nuovo polo ospedaliero in un parco
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LETTERE ALLA GAZZETTA
Silvio Panaro, Bari
04 Settembre 2016
Credo di poter affermare senza tema di smentita che tutti in Italia sapevamo che l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo erano soggette a scosse sismiche. Basti ricordare il terremoto di sette anni fa a L’Aquila.
All’uopo voglio menzionare i sismi che ci sono stati nel passato: Verona (3 gennaio 1117), 30.000 morti; Catania (4 febbraio 1169), 20.000 morti; Carinzia e Friuli (25 gennaio 1348), 10.000 morti; Molise e Sannio (5 dicembre 1456), 30.000 morti; Nicastro (oggi Lamezia Terme), Calabria (27 marzo 1638), oltre 10.000 morti; Val di Noto, Sicilia orientale (11 gennaio 1693), 60.000 morti; Irpinia e Basilicata (8 settembre 1694), 6.000 morti; Montemurro, Messina e Reggio Calabria (5 febbraio 1783), 50.000 morti; Basilicata (16 dicembre 1857), 12.000 morti; Calabria tirrenica centrale, Calabria (8 settembre 1905), 557 morti; Reggio Calabria e Messina (28 dicembre 1908), 100.000 morti; Avezzano, Abruzzo (13 gennaio 1915), 33.000 morti; Irpinia e Basilicata (23 novembre 1980), 2.914 morti.
Provvisoriamente sono state piazzate delle tende, ma credo sarebbe stato sufficiente richiedere le roulotte ed i camper giacenti, che sono migliaia, ai proprietari che penso sarebbero corsi nei paesi di Amatrice, Accumoli, ecc. per donarle momentaneamente, affinchè i sopravvissuti potessero avere una buona sistemazione ed aspettare con fiducia l’arrivo dell’inverno e la ricostruzione dei loro paesi.
Silvio Panaro, Bari
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