Due ricercatori dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health, di Boston, l’epidemiologo Lorelei Mucci e la ricercatrice Sarah Coseo Markt si son chiesti come mai, alcuni soggetti (oltre 40%), avvertono che la propria urina puzza dopo aver mangiato asparagi mentre, in altri (60%), no.
I ricercatori hanno confrontato il genoma dei due gruppi, quelli che sentono l’odore e quelli che non lo sentono, ed hanno individuato le varianti genetiche responsabili della capacità di avvertire o meno la puzza. Questione di geni.
Il non avvertire l’odore incriminato è associato a 871 nucleotidi sul cromosoma 1.
La scoperta è stata pubblicata su Bmj “British medical journal.
Quale risultato inatteso, i ricercatori segnalano inaspettati che una grande quantità di donne hanno affermato di non avvertire alcun odore specifico.
“Probabilmente – arguiscono gli Autori – questo dipende dalla posizione assunta, dalle donne, durante la minzione. Comunque, i nostri risultati propongono alcuni geni come candidati interessanti per diventare oggetto di future ricerche sui recettori dell’olfatto”.
Su altro piano, un team di ricercatori CREA, guidati da Agostino Falavigna, ha decodificato, recentemente, il genoma degli asparagi. “Questo consentirà di individuare, esattamente, le caratteristiche agronomiche, nutraceutiche e fisiologiche e, quindi, sarà possibile riconoscere quelle migliorabili attraverso l’impiego delle nuove tecnologie ed ottenere nuove varietà di asparago in grado di soddisfare le richieste di un consumatore sempre più esigente”.