Queste particelle microscopiche di plastica sono onnipresenti, persino nel chewing gum (qualunque marca, sia naturali che sintetiche; i ricercatori ne hanno testate cinque) che ne cede, gran quantità, alla saliva del masticatore e, quindi ingerite, come dimostrato da un primo studio presentato al convegno annuale dell'American Chemical Society . La base di gomma elastica (la naturale utilizza polimeri vegetali; le sintetiche sono figlie di polimeri derivati dal petrolio) più ingredienti vari aggiunti rilasciano, In media – ha dimostrato lo studio – da 100 a 600 particelle di microplastica.
Quindi una porzione di chewing gum del commercio (pesa 2 - 6 grammi),ne cederebbe alla saliva - 94% delle particelle rilasciate dopo otto minuti di masticazione; la maggior parte delle microplastiche si stacca dalla gomma entro i primi 2minuti - fino a 3.000 particelle, specie poliolefine, polietilene e polipropilene. “Masticare, in media, dai 160 ai 180 chewing gum all’anno potrebbe generare rilascio ed ingestione di circa 30.000 particelle di microplastica… non è poca per creare rischi”.
"Le poliolefine, ampiamente utilizzate nell'industria alimentare per gli imballaggi e altri componenti nei processi di produzione - ha spiegato a Sciences et Avenir (Coralie Lemke , 26/3) Lisa Lowe dell'università della California di Los Angeles - sono le più abbondanti sia nelle gomme naturali (polimeri vegetali) che sintetiche… si tratta di una quantità molto piccola di microplastiche … ma il numero di microplastiche effettivamente rilasciate dal chewing gum è probabilmente superiore a questi risultati iniziali poiché, nello studio, è stato possibile conteggiare solo pezzi larghi almeno 20 micrometri (il metodo utilizzato è limitato nel rilevamento delle particelle). Accettata la utilizzazione prudente per migliorare l’alito o per l’igiene orale (in alternativa solo episodica a spazzolino, dentifricio e filo interdentario); sconsigliate le formulazioni con zucchero. Apprezzata la funzione antistress purché non se ne abusi poiché la “masticazione a vuoto” può generare mania, abitudine e/o dipendenza psicologica.
L’abuso, tra l’altro, può alterare la normale acidità dello stomaco, provocare aerofagia che può ingenerare disturbi anche marcati. I lavori di ricerca sulle plastiche sono in progress. In attesa di confermare i primi risultati, il professor Sanjay Mohanty, specialista in ingegneria università della California, ammonisce i consumatori (masticano oltre 25 mila tonnellate ogni anno, nel mondo; a Milano si vendono 80 tonnellate di gomme da masticare e la metà, dopo l’uso, gettate per strada): il masticato non gettarlo per terra né attaccarlo a un muro. Potrebbe essere ingerito accidentalmente dagli uccelli o essere dannoso anche per l'ambiente" (sono pieni di batteri, virus, ecc. ed i polimeri derivati dal petrolio ed altre sostanze non biodegradabili impegnano circa 5 anni per decomporsi; per pulire 50 cm. di asfalto servono almeno 30’ di lavoro al costo di circa 2 euro (Londra spende 50 milioni di sterline/anno).