Queste lenti sono un rimedio comodo per correggere molti deficit visivi per oltre 4 milioni di italiani, per 45 milioni di persone negli Stati Uniti e 140 milioni nel mondo. Ma il loro uso improprio (80% dei casi) può causare infezioni e provocare, tra l’altro, la temibile “cheratite da Acanthamoeba” la cui virulenza, se non diagnosticata tempestivamente e adeguatamente contrastata (ora è disponibile farmaco risolvente), può condurre perfino alla perdita della vista. L’infezione, prima rara ma, pur sempre subdola, progressiva e dolorosa, fa registrare un pericoloso incremento specie nella pratica di sport acquatici o attività natatorie tale da spingere la rivista di economia e politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB) a promuovere una messa a punto della situazione e presentare un manifesto sociale. allo scopo di aumentare la conoscenza della patologia, sottolineare l’importanza di accedere a una diagnosi precoce e stimolare un’utile attività informativa per il corretto uso delle lenti a contatto. La sintomatologia che insorge è, di per sé, allarmante ma i suoi sintomi iniziali sono aspecifici, ingannatori sì che, spesso, essa venga sottovalutata, sotto diagnosticata. Se trascurata, seguiranno dolore violento, visione offuscata, fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce) e lacrimazione abbondante. La triade: prevenzione, diagnosi precoce e terapia mirata sarebbero le uniche vere ed efficaci armi di difesa.
ASi devono aumentare la conoscenza della patologia e la consapevolezza dei rischi ad essa connessi, ribadire il ruolo centrale della prevenzione, dare enfasi all’importanza di accedere a diagnosi precoce e alla nuova terapia mirata, stimolando contemporaneamente articolate e diffuse azioni informative sul corretto uso delle lenti a contatto, sono gli obiettivi che hanno indotto, a richiamarne l’attenzione, la rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief, in collaborazione con l’Alleanza per l’Equità di Accesso alle Cure per le Malattie Oculari, comunità medico-scientifica, Associazioni pazienti e l’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e cura delle Malattie Oculari Sen. G. Satta, e l’On. Matteo Rosso. È stato sottolineato che la malattia, già gravissima e, nella maggior parte dei casi, non trattabile, oggi, grazie a una diagnosi precoce e a un approccio terapeutico innovativo può essere considerata una curabile efficacemente e, soprattutto, senza esiti punitivi.
“Più la diagnosi è tardiva – dice il prof. Paolo Rama (policlinico, Pavia), peggiore è la prognosi: solo una diagnosi precoce rende possibili risultati terapeutici eccellenti. In Italia, oggi, diversi centri sono in grado di effettuare una diagnosi microbiologica di Acanthamoeba. Richiesta collaborazione ai sempre preziosi ottici affinché, contestualmente alla vendita di tali lenti, informino gli acquirenti sui rischi e primi sintomi propri dell’infezione. Si sappia che la lente a contatto non va bandita a priori, ma sostituita dopo le attività in acqua per evitare eventuali rischi così come si deve evitare di usare, in presenza dei primi sintomi, di evitare l’uso di cortisonici che, attenuando i disturbi, procrastinano diagnosi e terapia specifica. Preziosa la testimonianza di Alice Sotero, pentatleta, che ha rischiato di non poter partecipare all’ultima Olimpiade di Parigi, perché – essa ha detto – colpita dall’infezione avendo erroneamente sciacquato le proprie lenti a contatto sotto l’acqua del rubinetto, senza utilizzare una soluzione sterile, dopo i primi dolorosi e invalidanti sintomi, ha sperimentato la frustrazione di ritardi diagnostici fin quando, identificata l’infezione da Acanthamoeba, ha potuto usare un nuovo farmaco assolutamente innovativo - allora ancora in fase sperimentale - che l’ha guarita. Altra sua collega nello sport e nella malattia superata, Alvise Callegari, ha realizzato il sito web https://www.acanthamoeba.org, perché i pazienti possano raccontare le proprie esperienze, acquisire informazioni e scambiarsi consigli.