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«Al fianco di San Bartolo Longo ci fu una nobildonna barese cofondatrice del Santuario di Pompei»

«Al fianco di San Bartolo Longo ci fu una nobildonna barese cofondatrice del Santuario di Pompei»

 
Antonio Galizia

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Antonio Galizia

A rivendicare il riconoscimento di Marianna Farnararo De Fusco, importante figura femminile pugliese, diversi storici della Chiesa e don Franco Fanizza, il parroco del Sacro Cuore di Gesù a Mola di Bari

Mercoledì 29 Ottobre 2025, 23:23

«Al fianco di un grande uomo, quale fu San Bartolo Longo, l’avvocato di Taviano e fondatore del Santuario di Pompei canonizzato da Papa Leone XIV il 19 ottobre scorso, c’è spesso una grande donna. E in questo caso parliamo di una nobildonna barese, Marianna Farnararo De Fusco, nativa di Monopoli con antenati molesi, che fu cofondatrice del Santuario di Pompei ma resta ingiustamente dimenticata». A rivendicare il riconoscimento di questa importante figura femminile pugliese sono diversi storici della Chiesa e don Franco Fanizza, il parroco emerito del Sacro Cuore di Gesù a Mola di Bari impegnato, ad un secolo dalla morte della contessa, nella divulgazione della straordinaria opera della donna nata a Monopoli nel 1836, figlia di Rosa Martinelli discendente da una famiglia di Mola, e deceduta a Pompei nel 1924.

La contessa fu figura chiave, al fianco del marito, il santo Bartolo Longo, nella fondazione del Santuario Mariano di Pompei e delle annesse opere di carità, come l'Orfanotrofio Femminile, che le valse l'appellativo di «Mamma delle orfanelle». «Marianna è tra le figure femminili di spicco della Puglia e del Meridione d’Italia», spiega ancora il sacerdote e storico. La nobildonna destinò tutti i suoi averi alla costruzione della Basilica di Pompei, di un orfanotrofio, di una scuola di arti e mestieri per i figli dei carcerati. Marianna era una donna emancipata ma, sostengono gli storici e suoi biografi, a lungo dimenticata, a differenza di suo marito, celebrato e beatificato nel 1980 e canonizzato due settimane fa.

In occasione del centenario della sua morte, monsignor Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, affermò testualmente: «Ci sono elementi che possono indurre ad avviare un processo canonico». La nobildonna Marianna Farnararo, la benefattrice che ideò e finanziò il Santuario di Pompei. L'appello del sacerdote e storico don Franco Fanizza, perchè non resti nell'oblio la figura della nobildonna, moglie di San Bartolo Longo (l'avvocato e benefattore di Taviano canonizzato il 19 ottobre scorso da Pala Leone XIV). Secondo il vescovo Favale, ci sono elementi che possono indurre ad avviare un processo canonico.

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