Il primo confronto tra i candidati governatori di centrosinistra e centrodestra, Antonio Decaro e Luigi Lobuono, ospiti di TeleNorba, ha registrato un sostanziale fair play e qualche scintilla legata all’eredità che l’eurodeputato dem raccoglie dal predecessore Michele Emiliano. Il dibattito è stato moderato del direttore del del Tg dell’emittente di Conversano Domenico Castellaneta e dal vicedirettore Antonio Procacci.
L’ex sindaco di Bari, nelle prime battute, ha chiarito di «aver tentennato troppo» per accettare la candidatura ma di essere ora motivato, rivendicando la sua connessione sentimentale con la Puglia: «A Bisceglie forse non ero pronto, ma io non volto le spalle alla mia terra. Mi è stato chiesto di candidarmi a guidare la regione e accettando ho messo da parte le polemiche». Poi ha sottolineato l’importanza della sua civica, in un’ottica di allargamento della partecipazione, «per dare una possibilità a voci che non abbiamo ascoltato. Nella mia lista ci sono persone che vengono dal mondo dello sport, dell’associazionismo e della solidarietà».
Qualche tensione c’è stata solo quando Lobuono ha chiesto al rivale: «Perché accantonato Emiliano?». E Decaro ha ripetuto la sua tesi: «Ho ritenuto inopportuno che ci fossero. Perché se uno si deve muovere in libertà, la loro presenza può creare problemi di movimento anche ai consiglieri stessi». E sui rapporti futuri con il governo nazionale ha puntualizzato: «Con il governo Meloni non ho nulla a che fare, ma mi sono sempre rapportato da sindaco con i governi, con senso delle istituzioni, cercando di collaborare. Ho difeso in Europa Raffaele Fitto (durante il dibattito sul voto per la Commissione Ursula, ndr) dicendo che non era né un fascista né un anti-europeista».
Crisi idrica Sulla condotta da costruire per portare acqua dal Molise alla Puglia, Decaro ha spiegato di aver «fatto una richiesta per farla finanziare dal Ministero delle Infrastrutture, perché è un’opera di interconnessione: l’acqua non riguarda le singole regioni, ma l’intero sistema nazionale». E nell’immediato ha indicato una priorità: «Dobbiamo lavorare sull’affinamento delle acque di depurazione e la riduzione delle perdite: una riduzione del 2% ci potrebbe portare a un risparmio tra i 15 e i 20 milioni di metri cubi». Lobuono ha attaccato la malagestione del passato: «Si parla di emergenza idrica da almeno vent’anni. Senza acqua non c’è vita. La prima cosa che un governo regionale avrebbe dovuto fare è di approvvigionarsi di acqua. Ci vuole una programmazione a medio-lungo termine. È evidente l’inefficienza di chi avrebbe dovuto non farci trovare in questa situazione».
Sanità Lobuono: «Bisogna intervenire con i medici di famiglia, studiare insieme a loro le procedure necessarie per mettere una toppa a questa scandalosa situazione in cui ci troviamo: attese infinite al pronto soccorso, che sono al collasso. I cittadini devono poter contare su strutture efficienti. Bisogna formare e assumere medici per potenziare i pronto soccorso. Invece si continuano a inaugurare ospedali vuoti». Sui pronto soccorso, la ricetta di Decaro: «Non è un problema di assunzioni ma di mancanza di medici del pronto soccorso, perché è una specializzazione che non persegue più nessuno, visto che non lascia spazio alla libera professione. Servirebbe una norma nazionale per pagare di più chi lavora al pronto soccorso». Sulle liste d’attesa, Decaro ha illustrato il progetto di «creare un centro unico per le prenotazioni e combattere le prescrizioni inappropriate». Lobuono, invece, propone di «strutturare un sistema per cui chi intasa le liste d’attesa debba essere obbligato a liberarle qualora, nell’attesa della prestazione, abbia provveduto privatamente. In questo modo si possono liberare decine di migliaia di posti».
Vertenza Ilva Lobuono e Decaro sono entrambi per la decarbonizzazione, ma l’esponente dem «se l’acciaio è strategico per il Paese, lo Stato deve nazionalizzare l’ex Ilva come altre aziende strategiche a totale capitale pubblico». Il candidato del centrodestra non la pensa così: «Lo Stato non deve fare impresa: deve fare impresa chi sa fare impresa. Il compito dello Stato è mettere in condizione lo stabilimento di essere sicuro per cittadini e lavoratori».
Crisi demografica ed edilizia Per Decaro «con l’inverno demografico non serve costruire ancora: dobbiamo rigenerare e riqualificare ciò che già abbiamo. Bisogna restituire un ruolo strategico all’urbanistica con una legge quadro che superi le normative esistenti, troppo dispersive». Lobuono ha definito l’edilizia «uno dei volani di sviluppo del territorio», ma ha indicato come priorità «mettere in sicurezza la parte obsoleta del nostro patrimonio edilizio per evitare nuovi crolli. Dovremmo agire sull’esempio di Valencia».
Alla fine di due candidati hanno concordato sul patto contro i voltagabbana in consiglio regionale. «Sono d’accordo e ho già agito in questo senso nella compilazione delle liste»: questa è stata la battuta di Decaro (chissà che penserà il consigliere regionale uscente Stefano Lacatena, rimasto fuori dai giochi per dissidi nel centrosinistra). «Il trasformismo a mio avviso è figlio di interessi di poltrone, io da ragazzo sono sempre stato di area centrodestra, con valori fondanti», ha replicato Lobuono.














