Mercoledì 29 Ottobre 2025 | 18:40

Lecce, lo tiene rinchiuso sul balcone, il cane cade dal terzo piano e muore: proprietario condannato

Lecce, lo tiene rinchiuso sul balcone, il cane cade dal terzo piano e muore: proprietario condannato

 
Redazione online

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Lecce, lo tiene rinchiuso sul balcone, il cane cade dal terzo piano e muore: proprietario condannato

foto d'archivio

Era un cane lupo cecoslovacco, la sentenza ha riconosciuto la detenzione incompatibile di animali. L’OIPA, parte civile nel processo, esprime soddisfazione

Mercoledì 29 Ottobre 2025, 14:44

Teneva il proprio cane, un lupo cecoslovacco, perennemente sul balcone, finché l’animale, esasperato e disperato, è precipitato dal terzo piano del palazzo. Il proprietario è stato condannato dal Tribunale Penale di Lecce per detenzione incompatibile di animali, una decisione che segna un importante precedente nel campo della tutela dei diritti degli animali.

Il procedimento è stato reso possibile grazie all’intervento dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), che si è costituita parte civile e ha ottenuto l’apertura del processo opponendosi alla richiesta di archiviazione inizialmente presentata dal Pubblico Ministero. “La detenzione di un cane sul balcone, o comunque in condizioni non naturali, può comportare episodi gravi come quello accaduto in questo caso”, ha dichiarato l’avvocata Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio Legale di OIPA Italia. “Ancora una volta la giurisprudenza riconosce condotte illecite di questo tipo. Continueremo a batterci per far riconoscere agli animali la tutela legale come esseri senzienti”.

La vicenda accende i riflettori sulla responsabilità dei proprietari e sull’obbligo di garantire condizioni di vita adeguate agli animali, rispettandone le esigenze etologiche, fisiche e psicologiche. Gli animali domestici non sono “oggetti” o “decorazioni da balcone”, ma membri della famiglia a tutti gli effetti. L’OIPA ha ringraziato l’avvocata Vincenza Raganato del Foro di Lecce per il patrocinio prestato e il dottor Roberto Vitullo, medico veterinario di Roma, per la collaborazione tecnica che ha contribuito a dimostrare in modo scientifico l’incompatibilità della detenzione.

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