Teneva il proprio cane, un lupo cecoslovacco, perennemente sul balcone, finché l’animale, esasperato e disperato, è precipitato dal terzo piano del palazzo. Il proprietario è stato condannato dal Tribunale Penale di Lecce per detenzione incompatibile di animali, una decisione che segna un importante precedente nel campo della tutela dei diritti degli animali.
Il procedimento è stato reso possibile grazie all’intervento dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), che si è costituita parte civile e ha ottenuto l’apertura del processo opponendosi alla richiesta di archiviazione inizialmente presentata dal Pubblico Ministero. “La detenzione di un cane sul balcone, o comunque in condizioni non naturali, può comportare episodi gravi come quello accaduto in questo caso”, ha dichiarato l’avvocata Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio Legale di OIPA Italia. “Ancora una volta la giurisprudenza riconosce condotte illecite di questo tipo. Continueremo a batterci per far riconoscere agli animali la tutela legale come esseri senzienti”.
La vicenda accende i riflettori sulla responsabilità dei proprietari e sull’obbligo di garantire condizioni di vita adeguate agli animali, rispettandone le esigenze etologiche, fisiche e psicologiche. Gli animali domestici non sono “oggetti” o “decorazioni da balcone”, ma membri della famiglia a tutti gli effetti. L’OIPA ha ringraziato l’avvocata Vincenza Raganato del Foro di Lecce per il patrocinio prestato e il dottor Roberto Vitullo, medico veterinario di Roma, per la collaborazione tecnica che ha contribuito a dimostrare in modo scientifico l’incompatibilità della detenzione.
MULTA DA 5MILA EURO
Il Tribunale di Lecce, seconda sezione penale, ha condannato per abbandono di animali un imputato ad un’ammenda di 5mila euro, nonché al risarcimento dei danni nei confronti della parte civile - un’associazione a difesa degli animali da qualsiasi forma di maltrattamento - e al pagamento delle spese processuali. L’imputato, secondo quanto è emerso durante le indagini, ha lasciato il proprio cane su un balcone di piccole dimensioni al terzo piano della palazzina dove vive, in uno spazio assolutamente insufficiente per le esigenze dell’animale, che era esposto alle intemperie e delle volte anche legato ad una corda. L’animale - spiega il Tribunale -, che ha sempre manifestato la propria condizione di assoluta sofferenza e solitudine, è morto cadendo dal balcone, probabilmente a causa della presenza di una panca collocata a ridosso della ringhiera.
Il Tribunale - spiega una nota - ha applicato la legge del 20 luglio 2004, n. 189, in materia di «Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate», con la quale il legislatore ha ampliato la disciplina sulla protezione degli animali, considerati quali esseri viventi suscettibili di tutela diretta. Tra le novità più rilevanti, oltre ad un inasprimento delle pene, la riforma ha modificato il Codice penale, inserendo una nuova parte che riguarda i delitti contro il sentimento degli animali. Ciò ha portato, da un lato, all’introduzione di un nuovo reato, il maltrattamento di animali e, dall’altro, alla riformulazione del reato di abbandono di animali, in linea con la crescente sensibilità dell’opinione pubblica sul tema.
















