Una storia che affonda le radici nel nome di Alberto Negro, legata indissolubilmente alle barbatelle, le piante madri della vite. L’intuizione del lungimirante salentino fu quella di dare vita nel 1930 alla produzione dei tralci di vite innestata, portando in tempi non sospetti un grande contributo in fatto di innovazione alla Terra d’Otranto.
«Ci siamo consolidati nel mercato pugliese nel corso della nostra storia aziendale e oggi lavoriamo con la produzione di barbatelle e di vitigni autoctoni del Sud Italia con le migliori cantine del territorio -; ha raccontato Daniele Negro, titolare di “Vivai Alberto Negro” - ogni regione produce i propri vini e varietà e in questo contesto la Puglia ha conquistato l’apprezzamento e il riconoscimento di tutto il mondo per i suoi vitigni più rappresentativi, fra i quali Susumaniello, Nero di Troia, Negroamaro, Primitivo, Malvasia nera, Fiano, Falanghina, Verdeca ed altri. La nostra è una lavorazione artigianale, non industriale, con un attento controllo sulle piante madri dal punto di vista sanitario e della certificazione genetica».
Il legame della Puglia con il vino, e quindi con la vite, ha origini antichissime, un legame che da sempre ha caratterizzato - unitamente all'olio e all'olivo - la cultura e la tradizione di questa regione. La produzione vinicola della Puglia è - in termini di quantità - fra le principali d'Italia, una caratteristica che ha portato la regione ad assumere per diverso tempo il ruolo di «serbatoio» di vino, non solo dell'Italia, ma anche dell'Europa. Il vino della Puglia prendeva la via del Nord, destinato ad altre regioni e ad altre zone dell’Europa, e con esso si procedeva a «tagliare» i vini locali, conferendo colore, struttura e alcol.
Oggi la situazione enologica pugliese è sensibilmente diversa; finalmente consapevoli dell'enorme potenziale vinicolo della regione, i produttori pugliesi si dedicano alla produzione di qualità.
L’azienda Negro, in questo scenario, è punto di riferimento assoluto: da ormai tre generazioni produce barbatelle con dedizione e attenzione, ma soprattutto attraverso una lunga e rigorosa rotazione dei terreni. «Il nostro lavoro comincia con la scelta delle piante madri, provenienti esclusivamente dai nuclei di pre-moltiplicazione di materiale viticolo, controllati dagli Istituti Sperimentali della Viticoltura, dall’Ispettorato Provinciale di Lecce e da laboratori accreditati. Selezioniamo e lavoriamo manualmente le piante nei nostri 220mila metri quadri di vivaio e 228mila esemplari di piante madri, con la sapienza tipica del vero artigiano», ha raccontato il produttore, che ha spiegato l’importanza della rotazione dei terreni ogni dieci/quindici anni con un processo metodico «che permette lo sviluppo eccellente e l’altissima qualità delle colture».
In questo modo si garantisce che ogni appezzamento non venga colonizzato da microorganismi nocivi, «con il supporto di rinomati sistemi di ricerca che permettono l’uso di strumenti d’indagine sempre già precisi e sofisticati, senza dimenticare la memoria storica del viticoltore, capace di riconoscere come accadeva un tempo i differenti caratteri del terreno e della zona».
La ricerca, inoltre, è fondamentale per l’azienda: «La scelta della varietà e del portainnesto sono tra le decisioni più importanti che occorre prendere al momento dell’impianto. La nostra azienda può fornire un supporto decisivo in questa operazione, grazie al lavoro di tecnici ed esperti del settore”, ha chiarito il titolare. Fra i servizi offerti da “Vivai Alberto Negro”, elencati sul sito http://www.vivaialbertonegro.com/, l’assistenza sulla tecnica pre e post impianto e sulla scelta della varietà, la realizzazione di vigneti “chiavi in mano”, la produzione di barbatelle con metodi di agricoltura biologica su commissione; servizi specifici “per essere sempre un punto di riferimento costante e affidabile dei nostri clienti»