TARANTO - Bando per la gestione del centro sportivo «Magna Grecia», breve stop ma presto si riparte. Nelle settimane scorse, infatti, il Comune di Taranto ha sospeso i termini per la presentazione delle offerte.
Già, ma cosa è accaduto? La decisione di fermare provvisoriamente il procedimento amministrativo, in realtà, è stata determinata da una richiesta formulata dal raggruppamento di imprese che ha proposto al Municipio di intraprendere la strada del progetto di finanza. Che, in estrema sintesi, è un meccanismo che consente all’ente locale di affidare un bene del proprio patrimonio immobiliare ad un privato per un determinato numero di anni a patto che l’azienda si accolli i costi di ristrutturazione e gli oneri di gestione, ma ovviamente ne ricavi poi gli utili derivanti dallo sfruttamento degli spazi a fini commerciali.
In particolare, la costituenda associazione temporanea di imprese composta dalla Domus srl, dalla Prisma (proprietaria del club di pallavolo maschile rossoblù che milita in serie A) e dalle ditte Bardia Walter di Taranto e Euro Klima Impianti di Acquaviva delle Fonti ha sollevato alcune perplessità rispetto a quello che, in gergo, si definisce il disciplinare di gara.
Nell’istanza inviata all’Amministrazione comunale, infatti, si sottolinea come la durata ventennale della concessione prevista dal bando in scadenza lo scorso 31 agosto (poi sospeso) comprende in realtà il tempo necessario al pool di imprese tarantine per redigere la progettazione definitiva e soprattutto per eseguire gli ingenti interventi di ristrutturazione. In altre parole, in questo modo, per i concessionari la gestione non sarebbe più pari a vent’anni ma a 18 - 19 considerati i tempi tecnici per rendere gli impianti sportivi riutilizzabili dopo circa otto anni in cui sono stati travolti da abbandono, atti di vandalismo, degrado e continui furti.
Tra gli altri punti evidenziati nella richiesta di sospensione dei termini, inoltre, c’è anche un aspetto di macroeconomia. L’inflazione galoppa e il costo delle forniture, complice la guerra in Ucraina, si è impennato. A certificarlo, peraltro, è stata una recente delibera della giunta regionale che ha varato il nuovo prezziario del settore delle costruzioni. Dunque, il piano economico finanziario presentato dal raggruppamento di aziende che si candida a gestire il «Magna Grecia» (e che prevedeva un investimento complessivo di 4,8 milioni di euro) rischia di essere inattuale e di non tenere conto dei maggiori costi a carico delle imprese. E, infine, nell’istanza depositata il 10 agosto scorso negli uffici comunali dalla società mandataria dell’associazione di imprese (la Domus srl), la richiesta di sospensione dei termini per la presentazione delle offerte è stata motivata anche dalla necessità di avere più tempo a disposizione per redigere la progettazione definitiva e per definire l’ampia documentazione relativa alla riqualificazione del centro che insiste tra le vie Magna Grecia, Alto Adige e Zara.
Nei prossimi giorni, a questo punto, il Comune dovrebbe riaprire i termini del bando e considerati gli elementi sul tavolo, non è da escludere che ad esempio possa essere rivisto e aumentato in favore dei privati il periodo di concessione inizialmente fissato in vent’anni di gestione.
In linea teorica, non è scontato che l’aggiudicazione dei lavori (e la gestione) vadano al raggruppamento temporaneo di imprese che ha avanzato la propria candidatura. In effetti, il bando sarà aperto a tutti, ma il soggetto proponente in sede di valutazione finale può esercitare una sorta di diritto di prelazione che lo fa partire rispetto agli altri, di fatto, in vantaggio