TARANTO - «Faccio i conti anche io, insieme con don Francesco, vicario parrocchiale, con il coronavirus e siamo in casa. Siamo solo preoccupati di non poter di assicurare il Natale alla nostra comunità e alla città che guarda alla cattedrale e a quest’Isola come punto di riferimento imprescindibile di fede e di storia». Lo scrive don Emanuele Ferro, parroco della cattedrale di San Cataldo e portavoce della Curia, nel giorno della solennità dell’Immacolata Concezione. In serata si accenderanno le luminarie in via Duomo e nell’omonima piazza: saranno luci identitarie interamente realizzate con nasse intrecciate dalle mani di Simone Quazzico.
«Speriamo di tenere fede - aggiunge don Emanuele Ferro - a tutte le cose che avevamo programmato. Siamo fiduciosi nell’aiuto indispensabile delle nostre confraternite. Tanti in questi giorni parlano di custodire lo spirito del Natale, espressione letteraria delle gradevoli letture di Dickens entrate nel nostro frasario. Mi sento di ricordare però che lo spirito del Natale è la carne di Gesù Bambino, la carne dei poveri. Non lasciateci soli: aiutaci a dare qualche carezza alle tante famiglie e ai bambini di qui».
Il parroco dell’Isola ricorda che «durante il lockdown tutti bussavano alla porta della cattedrale e grazie all’aiuto di tanti abbiamo aiutato gli abitanti di Taranto vecchia che si sono rivolti a noi. Non vorrei che il trovare la porta della casa parrocchiale chiusa e inaccessibile fosse motivo di scoraggiamento. Organizzeremo comunque la consegna dei regali ai bambini, la tombola in streaming e la consegna dei viveri e dei panettoni. Ci ingegneremo con creatività e confidiamo nel Buon Dio».