Messa in archivio l’idea “melucciana” di dar vita ad una nuova azienda comunale (Kyma Energia) per gestire le due linee Brt, la giunta Bitetti ha formalizzato l’affidamento di questo compito all’ex Amat. Toccherà, quindi, a Kyma Mobilità coordinare le due linee veloci elettriche e soprattutto integrarle con gli autobus tradizionali, attualmente in circolazione, che anche se in numero inferiore continueranno a muoversi lungo le strade di Taranto. Al tempo stesso, da quel che risulta alla Gazzetta, l’Amministrazione comunale ha avviato un’interlocuzione con la Regione Puglia producendo anche delle robuste controdeduzioni al Pinao regionale dei servizi. Il motivo? In estrema sintesi (ma la situazione è più complessa), il Municipio e Kyma Mobilità non sono d’accordo sul corrispettivo economico chilometrico che gli uffici regionali vorrebbero riconoscere. In particolare, tutto ruota attorno al Piano triennale dei servizi di trasporto pubblico locale (Tpl) 2024-2026, adottato dalla Regione Puglia il 20 giugno scorso.
Tornando a Palazzo di Città, la giunta Bitetti ha dato il via libera ad un atto di indirizzo con cui ha manifestato la sua intenzione di affidare i servizi di trasporto pubblico locale urbano, il sistema Bus rapid transit (Brt) e i servizi marittimi (le idrovie) alla società in house Kyma Mobilità.
L’affidamento congiunto in favore dell’ex Amat sia del trasporto pubblico locale tradizionalmente inteso che del Bus rapid transit (Brt) secondo l’Amministrazione comunale dovrebbe assicurare, inoltre, coerenza gestionale, ottimizzazione delle risorse e integrazione dei servizi di mobilità.
Per la cronaca, il sistema Brt, attualmente in fase di realizzazione a Taranto, prevede due linee principali, la Blu e la Rossa, che utilizzeranno autobus elettrici e corsie riservate per collegare i principali poli urbani.
Il Piano triennale dei servizi del Tpl 2024-2026, a cui il Comune deve adeguarsi, prevede per il Municipio un lotto di servizi in house, che include quasi 3 milioni di chilometri annui per i servizi urbani “tradizionali” ovvero quelli attualmente erogati ai cittadini e poco più di 4 milioni di chilometri all’anno, invece, per il Brt, oltre a servizi marittimi (8mila 217 chilometri annui) e suburbani ovvero riferiti alle linee 4, 14 e 16 (840mila chilometri). Il tutto, tirando le somme, per complessivi 8 milioni 414mila chilometri annui autorizzati per dur così, e quindi rimborsati, dalla Regione.
In particolare, l’attuale contratto di servizio con Kyma Mobilità è in vigore fino al 29 settembre 2026 e, per questo, la giunta Bitetti ha deciso di prorogarlo tecnicamente fino al 31 dicembre 2026 per garantire così la continuità del servizio e per far sì soprattutto che kyma Mobilità possa gestire le linee Brt che dovrebbero essere attivate tra giugno e dicembre dell’anno prossimo. Per il futuro affidamento, previsto per il periodo 2027-2035, invece, è necessario che la società partecipata del Comune di Taranto che si occupa di trasporti prepari un Piano economico finanziario (Pef).
Sin qui, la recente decisione dell’esecutivo comunale. Che, però, in questi giorni è impegnato anche in un confronto tecnico piuttosto impegnativo con la Regione, nell’ambito del Piano triennale dei servizi e dei trasporti pubblici locali. Pomo della discordia, il corrispettivo economico da riconoscere al Municipio e, di conseguenza, a Kyma Mobilità per ogni chilometro che, nel prossimo futuro, verrà percorso.
Ecco di seguito, da quel che risulta alla Gazzetta, le osservazioni principali del Comune di Taranto al Piano triennale dei servizi elaborato dalla Regione Puglia.
Secondo l’Amministrazione comunale e Kyma Mobilità, infatti, la nuova delibera della giunta regionale taglierebbe le risorse del 21,27 per cento. E ancora, il contributo massimo fissato dalla Regione al 70 per cento dei costi standardnon coprirebbe i servizi minimi così come richiesto, invece, dalla normativa del settore trasporti e non verrebbero garantire neppure le risorse per l’inflazione e gli adeguamenti
Istat, determinanti per i rinnovi del contratto dei dipendenti con gli oneri che, così facendo, verrebbero scaricati sugli enti locali proprietari delle aziende partecipate.
E soprattutto, c’è la vera nota dolente (almeno secondo il tandem Comune-Amat) del Piano regionale. Il riferimento è a quella che appare come una forte riduzione delle compensazioni economiche per i chilometri effettuati. Da questo punto di vista, Kyma passerebbe da 3,37 euro a chilometro del 2024 a circa 2,13 euro a chilometro con 9,3 milioni di euro in meno sulle percorrenze del nuovo affidamento. Cifre queste che, se venissero confermate anche al termine della Conferenza di servizi in corso, renderebbero davvero difficile per l’ex Amat elaborare un Piano economico-finanziario in equilibrio e questo, inoltre, potrebbe mettere a rischio alcune corse poco frequentate. Ma il confronto, lungo l’asse Bari-Taranto, prosegue e quindi non resta che attendere.