Maria Aida Episcopo, Lucia Aprile, Alice Amatore, Lia Azzarone, Concetta Soragnese, Stefania Rignanese. Ce le immaginiamo per un attimo così, tutte in fila dalla stessa parte della barricata per una causa comune, nuove amazzoni pronte a cambiare il volto della città senza che nulla e nessuno si opponga più al cambiamento virtuoso, non foss’altro per partito preso, per quelle rigidità di coalizione, e di conflitti, che difficilmente la politica sa stemperare.
L’amministrazione «rosa», in attesa di conoscere la nuova giunta, la sogniamo così e, soprattutto, finalmente libera dalla logica degli strapoteri. Senza incorrere nella vischiosa questione di genere – dando per acquisiti pari diritti e opportunità (ma senza mai abbassare la guardia) – confidiamo in sindaca e donne consigliere più attente ad amministrare, stemperare, mediare, aggiustare. Persino ad addolcire e a fare sognare, perché la politica ora ha bisogno anche di questo, in una città che fa fatica a rialzarsi, infiacchita e rassegnata com’è.
Contro le criticità sociali immaginiamo all’opera le neoelette, comparandole per bellezza di esempio a quelle donne che già dalla notte dei tempi hanno cambiato il volto della storia. Che dire di Aspasia, apprezzata da Socrate che ne riconobbe saggezza e intuito politico, oltre a rappresentare un modello carismatico di donna pensatrice e libera? Ci auguriamo, pertanto, che le signore in assise possano incontrare su un’ideale strada quelle cittadine portatrici di qualche bisogno particolare. E sono tante, vessate da questo o quello che non funziona. Non necessariamente massimi sistemi, eppure vitali: scuolabus da potenziare, asili nido, zone di verde da adibire a parco giochi, sempre meno numerosi. Quei pochi presenti fanno solo provare nostalgia per i parchi di un tempo, con tanto di animali in semilibertà.
Alle signore della politica foggiana, ciascuna dotata di sensibilità propria e di talenti, chiediamo un occhio in più per tutti gli ingranaggi inceppati, tenendo sempre in mano, come filo di Arianna, la cultura nei suoi molteplici aspetti. “La cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri”, diceva Gramsci nei Quaderni dal carcere. Buon lavoro alle neoelette foggiane.