In tempi di guerra, di inferno dei viventi, come direbbe Italo Calvino, bisogna andarsi a cercare quel che inferno non è. I luoghi di pace, quelli nei quali il mondo può esistere in silenzio, convivere con i suoi demoni, i suoi fantasmi, il suo caos. Se c’è un luogo che inferno non è, di sicuro sarà una biblioteca. E tra quelle dove maggiormente si compie una meta rispetto alla ricerca di quel che non è inferno c’è la Biblioteca Bernardini di Lecce. La forza di questo luogo, che fa da avamposto a molti vicoli del centro storico e alla stazione ferroviaria, è la sua pancia di balena antica, ventre di storie e archivi pressoché votati a un infinito scritto dagli esseri umani nei secoli. Ha l’aspetto di un’Arca, dentro si lascia attraversare da molte vite.
Studenti, ricercatori, lettori, semplici viaggiatori in visita a questo scrigno architettonico della città, un passaggio segreto che apre a labirinti fittonanti, una cosmogonia delle passioni. E sebbene il sistema di consultazione sia disponibile a chiunque on line attraverso una piattaforma ben aggiornata, l’aspetto che più di ogni altro fa di questa biblioteca un luogo che inferno non è, dunque un luogo di pace, sono i bibliotecari, le persone in carne e ossa che ti accolgono al varco per fornirti i titoli dei libri che chiederai in prestito cercando tra quelli a disposizione qui oppure nella rete bibliotecaria che genera scambi a beneficio di tutti. La buona notizia è che funziona. Nel 2023, la più grande tecnologia a beneficio di tutti noi, resta il libro, questa struttura di complessità umana alla quale è dedicato il Museo della Stampa che è possibile visitare nello stesso stabile, camminando lentamente tra antichi caratteri mobili e modelli retrò di macchine da scrivere e altre meraviglie a testimonianza di quel che siamo in grado di creare quando evolviamo per l’uomo e non contro l’uomo.
In questo autunno in cui la parola guerra si è fatta troppo attuale, per rispondere alla domanda che ci sostanzia quando ci domandiamo che cosa sia l’essere umano, ci vengono incontro i silenzi preziosi custoditi dalle voci che scorrono come le maree attraverso milioni di pagine presenti dentro la Bernardini, sorella di tutte le biblioteche del mondo, quelle che furono, quelle che resistono e sono «attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».