Questa estate tarantina al crepuscolo ha portato alla ribalta - oltre al matusauro, che di certo ricorderete - un nuovo tipo da spiaggia: il bumbulicchio. Costui si distingue, innanzi tutto, per l’altezza meridional traditional; fisico tozzo very palestrescion; incedere infastidito in quanto imitante Ticitancul, il noto arbiter elegantiae di Istanbul; livello culturale modellato dal metodo anglosassone Neither-The-Dogs; capelli rasati, scolpiti e svirgolati su cui è incisa la mappa stradale del quartiere Tamburi, impresa che ha permesso al famoso barbitonsore Figaro qua-Figaro là l’audacia della doppia scriminatura: una che segue il percorso di via Orsini, l’altra quello di via Galeso.
Perché per un bumbulicchio l’appartenenza e le radici sono una cosa seria. Il bumbulicchio accompagna i tatuaggi dislocati per ogni dove con una mano alla cabeza e una mano alla cintura. Tutto questo perché il bumbulicchio non si contenta della falcata turca di cui sopra; il bumbulicchio anela al movimento sexy. Perciò combatte il pelo, quello necessario e quello superfluo.
Tale aspra tenzone lo costringe a costose sedute settimanali da Paco, el rasador cortese, un estetista che si spaccia per portoricano, pur se nativo di Palagianello. Al bumbulicchio non basta la radicalità della «deforestazione brasiliana» vuole il «liscio Mogadiscio», ma sua la genetica ipertricoticità mal si concilia con tale desiderio. Ciò gli crea sconforto e sensibile danno economico. Perché poco è più costoso delle concessioni alla propria vanità. Perché l’apparenza costa denaro e credibilità. Gli uomini hanno trasformato il proprio corpo in tempio pagano che ospita i sacrifici della carne. Mi sono informato su quanto ammonti la spesa nazionale relativa ai prodotti per l’estetica maschile.
È una cifra talmente spropositata che mi vergogno a riportarla. Per i curiosi dal cuore saldo: basta una ricerca in internet. Estetica: parola dai significati multipli. Per Kant era lo studio dei principi dell’intuizione sensibile; per Croce l’individuazione della conoscenza intuitiva come primo grado dell’attività conoscitiva dello spirito; per Aristotele, invece, l’estetica caratterizza sempre un intero, un insieme organico e strutturato in maniera armoniosa. Per il bumbulicchio, l’estetica sono le sopracciglia tracciate ad ali di gabbiano. No, non il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, ma uno di quei gabbianacci che stazionano presso la Discesa Vasto. Che mi auguro si stagli alto nel cielo e si liberi al volo, prendendo bene la mira. Certa estetica vuole il suo premio.