E ancora una volta si torna a parlare di loro, di quei giovani che nei proclami devono essere la classe dirigente di domani, incarnare futuro e speranze. S’incagliano, invece, in ben altri meandri, come l’ultimo caso di cronaca riferisce. Incensurato, 18 anni, residente in zona centrale della città. Nella cantinola di casa, oltre quattro chili di hashish. Destinati a rifornire chissà quale ‘filiera’. Desta senz’altro sgomento questa circostanza che si va ad assommare a tante altre, una su tutte le risse facili che finiscono a pistolettate come neanche in un videogioco. Né si può dire che sia sempre colpa del degrado sociale, delle zone a rischio, delle povertà educative. Si invocano valori che non ci sono (più) e intanto si fa la conta di questi giovani persi in mille meandri; e come non dire degli incidenti stradali, di quella folle corsa verso il nulla che sembra ghermire questa generazione senza distinzione geografica.
Le forze di governo e dell’ordine della città stanno portando avanti, in una rete bene funzionante, iniziative sociali e di controllo. Ed è atteso domani dal prefetto Maurizio Valiante il ministro Piantedosi che terrà un incontro al termine del quale verrà sottoscritto un patto per la sicurezza. Insieme al patto educativo, costituirà un’ulteriore stretta su tutti i fenomeni illeciti. È nelle intenzioni di tutti – forze dell’ordine, docenti, educatori, formatori, parti vive dell’associazionismo – mettere fine agli episodi di violenza e di mancato rispetto delle regole; e un maggiore controllo da parte delle famiglie aiuterebbe a far venire fuori quei disagi spesso soffocati e che non portano a nulla quando vengono insabbiati; semmai, al loro scoppio, si fanno vedere in tutta la loro grave portata.
E pensare che proprio ieri i giovani sono stati protagonisti di un’iniziativa organizzata dalla casa famiglia “Casagio” in capo ai salesiani con "Save my soul: Don Bosco il Musical". Nel mese dedicato a Don Bosco, i giovani attori hanno raccontato la sua storia attraverso gli occhi di quegli stessi ragazzi che sono stati per il salesiano l’anima del suo sogno e di tutto quello che successivamente ha realizzato. Un esempio virtuoso, insomma, sul continuo crinale tra bene e male, emozioni e ricordi. E diceva bene Don Bosco che aveva fatto del lavoro sui giovani la sua missione. «In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare».