Un radioascoltatore, intervenendo a una trasmissione popolare, ha parlato chiaro e tondo sul rispetto. Dopo avere scorrazzato in lungo e in largo di qua e di là dai confini del rispetto, se ne è uscito così: «Ma come si può pretendere il rispetto, quando non lo si dà». Il presentatore ha liquidato la battuta definendola scontata e banale. Sarà pure come dice il presentatore, ma basta fare un esempio per accorgersi che il sentimento dell’ingiustizia abbatte il rispetto. Uno degli esempi addotti è stato quello sulla spartizione dei quattrini. Chi ha stabilito che certe professioni debbano essere retribuite molto più di altre?
Dopo una decina di minuti di batti e ribatti, ognuno è rimato sulle proprie posizioni. Il presentatore reclamava il rispetto e il radioascoltatore insisteva che, a certe condizioni, rispetto zero.
È finita in caciara. Ho l’impressione che il rispetto sia come l’araba fenice: che ci sia, ognun lo dice; dove sia, nessun lo sa.
Fabio Sìcari (Bergamo)
Venerdì 15 Gennaio 2016, 19:03