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Tutelare la proprietà intellettuale: perché è importante

 
avv. Filippo Attanasio

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avv. Filippo Attanasio

Tutelare la proprietà intellettuale: perché è importante

La proprietà intellettuale, infatti, non sempre viene valorizzata dalle società, in particolare nel Mezzogiorno, spesso per mancanza di cultura circa la protezione dei beni intangibili

Lunedì 07 Giugno 2021, 15:00

La proprietà intellettuale è l’insieme di diritti legali volti ad assicurare la tutela delle creazioni della mente umana in campo scientifico, industriale e artistico (definizione Treccani), divisibile in due categorie:

- diritti di proprietà industriale in senso stretto: invenzioni (brevetti), marchi, disegni e modelli industriali, indicazioni di origine geografica, privativa per i ritrovati vegetali, segreti commerciali, marchi;
- diritti d'autore: opere letterarie e artistiche quali romanzi, poesie e opere teatrali, film, opere musicali, opere artistiche quali disegni, dipinti, fotografie e sculture e progetti architettonici.
Nell’articolo pubblicato lo scorso 26 aprile “Startup e PMI innovative: una panoramica su ciò che c'è da sapere” è emerso che tra i requisiti essenziali per la costituzione di una start up/PMI innovativa vi è il possesso di una privativa industriale, brevetto o software, direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività di impresa medesima.

Affinché un’impresa voglia usufruire dei vantaggi di questo particolare tipo di struttura societaria è necessario che sia titolare o licenziataria di una privativa così intesa. Restano esclusi invece marchi, segreti commerciali, disegni e modelli.

Ma cos’è un brevetto? Possono costituire oggetto di brevetto le invenzioni (di prodotto o procedimento), di ogni settore della tecnica, che siano nuove, implichino un'attività inventiva, siano atte ad avere un'applicazione industriale e siano lecite (non contrarie all’ordine pubblico o al buon costume). Non sono considerate invenzioni: le scoperte, le teorie scientifiche e i metodi matematici, i piani, i principi e i metodi per attività intellettuali, per gioco o per attività commerciale, le presentazioni di informazioni e i software.

Essere titolare di un brevetto permette di avere la facoltà esclusiva di utilizzare l'invenzione traendone profitto nel territorio dello Stato in cui è stato effettuato il deposito. Ad assumere valore sarà dunque l’invenzione depositata presso la speciale divisione della proprietà intellettuale nazionale (UIBM, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) o internazionale (ai sensi del PCT, Patent Cooperation Treaty). La durata del diritto di privativa concesso sarà pari a venti anni, e decorre dal momento del deposito.

Cos’è invece un software? Software o programma per elaboratore è l'insieme delle componenti immateriali di un sistema elettronico di elaborazione. Ai sensi della normativa sulle start up e PMI innovative è necessario che tale programma sia registrato presso il Registro Pubblico Software della SIAE (società italiana autori ed editori), cui è affidata la gestione di questo registro speciale. A differenza del diritto al brevetto, il diritto d’autore sul software nasce contestualmente alla creazione dell’opera e dura per tutta la vita dell’autore fino a 70 anni dopo la sua morte.

È bene comunque precisare che ai fini dell’iscrizione nel registro speciale di impresa sarà possibile anche essere semplicemente titolari dei diritti di sfruttamento economico su tali privative, senza esserne necessariamente proprietari, inventori o depositari.

La ratio della disciplina è di favorire e tutelare l’innovazione nella creazione e sviluppo di attività imprenditoriali di recente formazione, nonché la concorrenza. La proprietà intellettuale, infatti, non sempre viene valorizzata dalle società, in particolare nel Mezzogiorno, spesso per mancanza di cultura circa la protezione dei beni intangibili (cd. intangibles). Eppure proteggere il proprio patrimonio immateriale aziendale, oltre a garantire una esclusività nell’esercizio di una determinata attività commerciale, permette di usufruire di notevoli vantaggi economici e fiscali. Si pensi al credito d’imposta per ricerca e sviluppo potenziato con la legge di Bilancio dello scorso anno, al patent box, ossia un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’utilizzo di software, brevetti industriali, disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relative a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, ovvero alle novità introdotte dal cd. “Decreto Agosto”, che consente alle imprese di rivalutare contabilmente i propri asset intangibili, permettendo di aumentare la patrimonializzazione di beni quali brevetti, marchi, design, copyright, know-how e trade secrets (questi ultimi definiti unitariamente “segreti commerciali”).

Quindi non solo brevetti e software (che abbiamo visto essere necessari se si vuole costituire una start up o PMI innovativa), ma anche marchi, segreti commerciali, disegni e modelli, la cui protezione impatta direttamente sul successo o meno di un’impresa.

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