BARI - «Nelle ultime settimane l’ambiente non è stato tranquillissimo. Ma è proprio in questi momenti che bisogna trovare freddezza e razionalità per prendere decisioni importanti. Ancora una volta, nonostante la delicatezza del momento, sono qui a metterci la faccia per far sapere che l’impegno della mia azienda resterà massimo. L’avventura prosegue e si volta pagina».
Così un Luigi De Laurentiis, abbastanza provato sul piano emotivo, ha dato il benvenuto a Massimo Carrera, l’uomo a cui viene affidata l’operazione rilancio dopo le ultime sciagurate esibizioni di un Bari ormai fuori dalla corsa alla promozione diretta ma fermamente deciso a ritrovare le energie nervose per presentarsi al rush finale in perfetta forma.
Nella prima conferenza stampa del nuovo corso fa all’improvviso capolino, il nome di Antonio Conte, l’allenatore con cui Carrera ha cominciato il suo percorso e che, anche oggi che le strade si sono separate, resta un prezioso riferimento tecnico. All’erede di Auteri, salutato dal patron con parole molto cordiali, viene chiesto se il tecnico dell’Inter ha inciso nella sua scelta. «No, ma non ce n’era assolutamente bisogno perché conosco Bari, qui ci sono stato tanti anni e a questa città sono legati tantissimi bei ricordi. Quando ho capito che si stava per materializzare questa possibilità sono stato colto da forte emozione».
Conte, però, c’entra eccome. Molto probabilmente non avrà avuto bisogno di spendere parole per il «sì» del suo vecchio collaboratore ma sicuramente ha avuto un ruolo nella scelta di Aurelio De Laurentiis, il numero 1 della Filmauro che detiene il pacchetto azionario del Bari oltre che del Napoli, evidentemente. Tra i due c’è un antico feeling, nemmeno molto segreto viste le ripetute esternazioni di ADL nei confronti del tecnico leccese. Un confronto sereno in cui è venuta fuori la pista Carrera, forte e credibile. Com’è noto, a questo tavolo non ha preso parte l’uomo mercato del Napoli e della famiglia, Giuntoli. Un segnale abbastanza chiaro che rende ancora più credibili le voci che parlano di un rapporto ormai freddo con gli azionisti di maggioranza. Segnale che trova ulteriori conferme dall’allontanamento, contestuale a quello di Auteri, del direttore sportivo Giancarlo Romairone. Scelto da Giuntoli, appunto. Top secret il nome del sostituto. Si parla di Daniele Delli Carri, resiste la suggestione Protti. Ma prende quota l’ipotesi Meluso, che a giorni dovrebbe liberarsi dallo Spezia.
«Sono momenti complicati, capita anche di dormire male di notte o di svegliarsi con l’umore a terra quando capisci che devi chiudere un rapporto di lavoro - De Laurentiis prova a spiegare i motivi del divorzio con allenatore e diesse - non è facile dopo aver condiviso tanti momenti intensi ed essersi sentito una cosa sola con loro, ovvero una vera squadra. Ma questo fa parte del mio mestiere di presidente. E, quindi, ho agito nell'esclusivo interesse del Bari. Perché anche il direttore sportivo? Credo ci fosse bisogno di aria nuova a 360° gradi. Finora non è stata una stagione fortunata. Tra infortuni, Covid e rigori sbagliati diciamo che il Bari ha dovuto pedalare in salita. E in più ci aggiungiamo un avversario marziano come la Ternana. Non amo gli alibi, però. Faccio cronaca, al limite. Senza quei rigori sbagliati avremmo certamente più punti». Resta un fatto, presidente. Sfortuna e una rivale che va a mille, diciamo che è tutto giusto. Ma allora perché fare questa epurazione? Meno male che,ormai, parliamo di un passato di cui nessuno avverte nostalgia, anzi.