Chiedersi cosa stia accadendo al Bari è quanto meno lecito, alla luce del super organico messo su in avvio di stagione. Perdere così non ci sta. Non per una squadra che a ragion veduta è considerata la «Juve della D», soprattutto per valori tecnici riconosciuti da tutti gli addetti ai lavori. Non ci sono alibi. Né il campo stretto (in D è più o meno così dappertutto), né il sintetico (non fa più notizia). Il Bari è semplicemente mancato, come due domeniche addietro sul campo della Cittanovese, si è smaterializzato davanti ad un buon avversario, non certo irresistibile. Un avversario che si è catapultato su tutte le «seconde palle» con la forza di un branco di leoni, come se ogni azione fosse l’ultima della partita. Un avversario che ha saputo sposare alla perfezione quello che è il menù principale della serie D. Le parole di Cornacchini a fine gara rimbalzano eloquenti. Frecciatine neanche tanto mascherate nei confronti della sua squadra, colpevole di non aver gettato sul campo il carattere necessario. Frasi taglienti, concetti che di solito si manifestano nel chiuso degli spogliatoi. A voler pensare positivo, lo sfogo del tecnico può essere interpretato come il voler dare una «scossa» pubblica ai suoi uomini, metterli di fronte alle responsabilità che derivano dall’indossare una maglia importante come quella bianco e rossa. È anche vero, però, che pure in questo momento, la squadra rispecchia l’immagine del proprio tecnico. Probabilmente meritano una scossa sia l’uno che l’altra. Cittanova è stata archiviata come un incidente di percorso. Torre del Greco va cancellata immediatamente. Il Bari e il suo tecnico devono ritrovare quel sacro furore e quella volontà di ferro che in queste categorie non può mancare mai. Vero, faticano anche altre grandi come Modena e Avellino. Ma da queste parti non importa a nessuno. Ciò che conta, qui, è vincere, sorridere e tornare subito fra i professionisti. Altro non è contemplato.
Non ci sono alibi per nessuno
Lunedì 04 Febbraio 2019, 13:21