Crescono, in casa Lecce, le quotazioni del terzino destro Danilo Veiga che, dopo alcune «uscite» tutt’altro che convincenti, nelle quali ha «ballato» nella fase di non possesso, negli ultimi tempi ha offerto delle prestazioni più convincenti. Ora, nelle gerarchie relative al suo ruolo, il portoghese sembra essere nettamente avanti rispetto a Owen Kouassi, che ha sin qui avuto notevoli difficoltà ad entrare nei meccanismi richiesti dal massimo campionato italiano, tanto più in una formazione come quella salentina, che ha l’obiettivo di lottare per la salvezza e che quindi deve reggere spesso, per gran parte delle gare, la pressione dei rivali.
Veiga è stato schierato da titolare nella trasferta di Genova, in occasione della prima giornata del torneo. Nell’ambito di una prova d’assieme tutto sommato solida, il portoghese, che è stato sostituito al 68’, ha palesato degli impacci. Di Francesco gli ha rinnovato la fiducia dal primo minuto nel match seguente, quello contro il Milan, nel quale ha sofferto senza soluzione di continuità ed ha finito col «consegnare» a Cristian Pulisic la palla del definitivo 2-0. A Bergamo è stato impiegato nel finale di partita, quando tutto era compromesso, mentre con il Cagliari, in casa, non è stato schierato. Nel confronto con il Bologna, al «Via del Mare», è subentrato al 1’ del secondo tempo ad un Kouassi che ha combinato solo disastri ed ha regalato 45’ fatti di attenzione ed applicazione difensiva, che gli sono valsi la conferma a Parma, dove si è ripetuto. Infine, sabato, nella sfida interna con il Sassuolo, ha messo la museruola ad Armand Laurienté, risultando a lungo tra i migliori del Lecce, fatta eccezione per un paio di passaggi a vuoto in combinata con Kialonda Gaspar.
Nel complesso, dalla ripresa disputata contro il Bologna in poi, si è apprezzato un Danilo Veiga capace di garantire un apporto da sufficienza piena dinanzi agli attacchi delle compagini rivali. Insomma, il portoghese sembra finalmente in crescita, un aspetto fondamentale perché il reparto arretrato sia in grado di reggere bene davanti al portiere Wladimiro Falcone. Fermo restando che la fase difensiva dipende anche dai movimenti dei centrocampisti e degli attaccanti. I supporter del complesso giallorosso auspicano che l’ex Estrela Amadora continui a progredire perché solo se tutti gli interpreti avranno un rendimento all’altezza il Lecce potrà brindare alla quarta permanenza consecutiva a fine campionato.
Non bisogna dimenticare, d’altro canto, che il 23enne terzino destro è stato ingaggiato dalla società presieduta da Saverio Sticchi Damiani durante il mercato invernale di gennaio 2025 e che ha avuto ben poche occasioni per accumulare esperienza. Nella seconda metà dell’annata 2024/2025, infatti, dopo essere stato tesserato, Veiga è rimasto in panchina nelle gare contro Parma e Bologna, per poi esordire a Monza, negli ultimi 14’. È quindi stato impiegato 1’ contro l’Udinese, 4’ contro la Fiorentina, 16’ contro il Milan e 33’ contro il Genoa. Non ha giocato contro la Roma ed in seguito è stato utilizzato 22’ contro il Venezia, 77’ contro la Juventus (dall’inizio), 90’ contro il Como, 14’ contro l’Atalanta, 28’ contro il Napoli, 45’ contro il Verona, 4’ contro il Torino e 17’ contro la Lazio. In tutto 13 presenze (2 dal primo minuto), per complessivi 365’. Spezzoni di partita nei quali Marco Giampaolo, trainer dell’epoca, gli ha spesso chiesto soprattutto di spingere lungo la fascia.
Nella stagione in corso ha già collezionato 6 presenze in 7 turni (per un totale di 402’), alle quali si aggiungono 2 match di Coppa Italia disputati (per 123’ complessivi). Parlando in sala stampa durante la sosta, Veiga ha ammesso di avere sempre avuto caratteristiche spiccatamente offensive, ma ha anche rimarcato di essere migliorato, in Italia, nella fase difensiva e di essere consapevole che il Lecce abbia innanzitutto la necessità di dimostrarsi solido nella fase di non possesso.
Il terreno di gioco, nelle gare recenti, ha confermato le parole del portoghese, che però ha bisogno di continuare lungo il percorso intrapreso, raddoppiando gli sforzi per essere concentrato, attento ed applicato dal primo all’ultimo minuto di ogni incontro. Per le formazioni che, come il Lecce, battagliano per la salvezza e devono soffrire sino all’ultima giornata per ottenerla, infatti, non è possibile prescindere da queste doti, in aggiunta alla cattiveria agonistica e ad una grande intensità di gioco.