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Zeman Jr. con il suo Gela sfida il Bari: «All'attacco, come piace a papà»

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Zeman Jr. con il suo Gela sfida il Bari: «All'attacco, come piace a papà»

Il figlio del maestro boemo aspetta i biancorossi domenica alle 14.30

Mercoledì 21 Novembre 2018, 16:51

Per lui sarà come una specie di derby. Tante volte ha visto il suo papà affrontare il Bari, in match dal sapore intensissimo. Zdenek Zeman è stato fiero avversario dei biancorossi, in particolare quando il navigato tecnico ha guidato Foggia e Lecce, ma anche in svariate altre occasioni. Strano il destino. Perché adesso a vedersela contro i biancorossi toccherà a suo figlio maggiore Karel, 41 anni, allenatore del Gela, prossimo avversario della truppa di Cornacchini. Malgrado il cognome illustre, è figlio di una dura gavetta Karel. Passando da Fano, un’avventura a Malta, e ancora Selargius, Abano, Reggina e Santarcangelo. In estate è ripartito dalla formazione siciliana, pur se avrebbe voluto restare tra i professionisti.


Karel Zeman, che significa affrontare il Bari?
«Non posso dire che sarà una gara come le altre perché è scontato che abbia un fascino unico. Mio padre ha allenato formazioni che con i biancorossi hanno un’antica rivalità, ma io non ho mai avuto nulla contro il Bari. Anzi. Devo dire che lo stadio San Nicola è sempre stato tra i miei preferiti: ho visto sfide con un’atmosfera incredibile. Mi dispiace che una piazza del genere abbia subito l’onta del fallimento: non lo meritava. Anche se questa vicenda ha finito per penalizzare anche noi del gruppo I».
In che senso?
«Non mi sembra che Bari sia in Calabria o Sicilia, ma il discorso è generale perché alla composizione dei gironi molte realtà hanno cambiato la loro destinazione naturale. Inutile girarci attorno: la squadra biancorossa è fuori portata per qualità della rosa ed alternative a disposizione. Il suo arrivo nel girone ha ridimensionato la concorrenza».


Quindi domenica pronostico chiuso?
«Il calcio può essere imprevedibile. Nel senso che se noi centriamo la gara perfetta e loro sono nella giornata peggiore, allora magari può succedere qualcosa di strano. Ma il Bari stravincerà il campionato».
Nel suo percorso, questo torneo che tappa rappresenta?
«Una scelta mossa solo dalla passione. In Italia non è che la meritocrazia sia premiata di frequente. Con il Gela vogliamo almeno centrare la zona playoff: malgrado alcune difficoltà societarie, il mio gruppo ne ha le possibilità. Sul piano personale, sto completando il master a Coverciano che mi permetterà di allenare pure all’estero. Forse in altri Paesi troverò maggiori soddisfazioni».
Ritiene che portare un cognome così importante sia stato un freno?
«Vantaggi non ne ho avuti. Ma non voglio pensare nemmeno al contrario. Mio padre ha già pagato in prima persona il solo aver provato a difendere il bene e la verità. Che poi debba scontare la pena anche un figlio mi pare davvero troppo».


Suo padre dice che le piace fare di testa sua: “zemanlandia” non è parte del suo credo?
«Ma no, dice così perché non si è mai permesso di darmi consigli specifici, lasciandomi libero di scegliere. Ma è scontato che dopo aver visto tanti allenamenti condotti secondo certe metodologie e soprattutto molte gare che mi hanno entusiasmato, ho assorbito moti concetti che certo non rinnego».
Perciò, con il Bari che Gela vedremo?
«Una squadra che dovrà seguire la sua identità e i concetti su cui lavoriamo. Giocheremo la nostra partita, senza alcuna rinuncia. Sì, attaccheremo perché è nella nostra natura. In fondo, difendersi ad oltranza contro un avversario più forte che senso avrebbe? Usiamo le nostre armi: almeno usciremo dal campo senza rimpianti».

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