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L’universo colto di Nino Rota

 
Livio Costarella

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Livio Costarella

Nino Rota

Nino Rota

Colonne sonore, concerti e sinfonie

Domenica 18 Maggio 2025, 18:53

È il compositore che ha dato voce alle visioni di Fellini, ha reso immortale l’amore shakespeariano di Romeo e Giulietta e ha regalato al mondo il tema struggente de Il Padrino. Ma dietro la fama planetaria della sua musica per il cinema, Nino Rota custodiva un universo “colto” altrettanto vasto, raffinato e sorprendentemente moderno. Dalla musica da camera ai concerti per strumento solista, dalle sinfonie alle partiture pianistiche, la sua produzione attraversa generi e stili con una coerenza poetica rara.

Grazie a interpreti sensibili e incisioni di grande pregio, è possibile oggi riscoprire l’intero arco creativo di Rota, in registrazioni che mettono a nudo la profondità e la brillantezza della sua scrittura. Proviamo a proporre una selezione delle migliori, tra celebri antologie cinematografiche, integrali cameristiche, pianistiche e sorprendenti letture orchestrali.

Un tassello fondamentale per comprendere la dimensione più intima e strutturalmente rigorosa di Rota è rappresentato dall’integrale pianistica incisa dalla musicista e docente barese Angela Annese per Sarx Records, nel 1994. Il progetto - frutto di un lungo lavoro di studio e riscoperta - abbraccia un repertorio pianistico che mette in luce la straordinaria perizia formale del compositore, il senso dell’equilibrio classico e quella vena malinconica sempre presente, anche nei brani più estroversi. Annese - da sempre tra le migliori studiose rotiane - affronta il lavoro con una straordinaria lettura, sobria e riflessiva, privilegiando l’equilibrio timbrico e la chiarezza strutturale. Nei Preludi emerge un lirismo malinconico, mentre nei pezzi più teatrali - come L’Illusionista (da Le notti di Cabiria) o Con bravura (dall’opera lirica La visita meravigliosa) - traspare il gusto rotiano per la caratterizzazione narrativa. Con l’interprete che restituisce in pieno la doppia anima del compositore, tra gioco infantile e raffinata architettura musicale.

Tra le testimonianze sinfoniche più autorevoli del repertorio rotiano si collocano i due dischi pubblicati da Sony Classical nel 1995 e 1997 (poi confluiti in una antologia del 1998, Nino Rota - Musica e Sogno), con Riccardo Muti alla guida della Filarmonica della Scala. Muti, che fu allievo nel Conservatorio di Bari diretto all’epoca dallo stesso Rota, restituisce con profondità e misura tanto la leggerezza quanto la complessità strutturale delle sue partiture, tra la musica per film (con suite orchestrali tratte da La dolce vita, Il Padrino, Rocco e i suoi fratelli, , Prova d’orchestra, La strada) il Concerto per Archi e le danze da Il Gattopardo.

Impossibile non citare, sul versante cinematografico, anche le storiche incisioni curate dalla RCA negli anni Sessanta e Settanta, che videro coinvolto lo stesso Rota come direttore o supervisore. Le colonne sonore per La strada, Le notti di Cabiria, , Il Gattopardo, Romeo e Giulietta e Il Padrino sono tuttora considerate tra i vertici assoluti del genere, per il loro equilibrio tra cantabilità, orchestrazione raffinata e una scrittura tematica essenziale, ma mai banale.

Una raccolta imprescindibile resta quella pubblicata da Decca con la direzione di Riccardo Chailly, alla testa della Filarmonica della Scala, intitolata The Fellini Album (2019). Una rilettura sontuosa e calibrata delle più iconiche colonne sonore felliniane, da Amarcord a La dolce vita, in cui la dimensione onirica e surreale della musica rotiana è esaltata da un’orchestra duttile e da tempi espressivamente dilatati.

Ugualmente significativa l’incisione discografica per l’etichetta Silva Screen Fellini - Rota. La Dolce Vita (Music From The Classic Films Of Federico Fellini) con la City of Prague Philharmonic Orchestra diretta da Derek Wadsworth, nel 2000.

Rota è anche autore di musica da camera di grande valore, come testimonia l’eccellente incisione del Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte (1973) eseguito da Alessandro Carbonare, Enrico Bronzi e Alberto Miodini (per l’etichetta Concerto Classics), che mette in risalto la costruzione formale limpida e una sottile vena umoristica. L’ensemble riesce a bilanciare rigore e fantasia, qualità sempre presenti nell’opera di Rota, e il disco contiene anche le preziose incisioni del Concerto n. 2 per violoncello e orchestra, e del Concerto per archi (con i Musici di Parma).

Da menzionare pure l’interpretazione del Nonetto e del Quintetto per fiati, registrata dai Solisti Dauni per l’etichetta Dynamic nel 2000, con un suono brillante e curato, che esalta la scrittura policroma e i tratti stilizzati del Rota «neoclassico».

Un tesoro inestimabile (contenente anche rare chicche discografiche) è inoltre contenuto nel Fondo Rota degli archivi della Fondazione “Giorgio Cini”di Venezia, consultabile sul sito archivi.cini.it.

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