La prima volta in aula di Leonardo Gesualdo, 39 anni, detto “u’ vavos”, catturato lo scorso 7 ottobre dopo quasi 5 anni di latitanza. In videocollegamento dal carcere di Caltanisetta, Gesualdo ha assistito ieri all’interrogatorio dell’ex boss Giuseppe Francavilla pentitosi a gennaio 2024, sentito nel processo “Decimabis” alla mafia del pizzo in corso davanti alla corte d’appello di Bari a carico di 12 foggiani. Furono condannati in primo grado dal Tribunale di Foggia il 23 settembre 2023 a complessivi 130 anni per mafia, 3 estorsioni, 1 tentativo di estorsione, 3 imputazioni di usura. Gesualdo, condannato a 12 anni per mafia, si diede alla latitanza il 16 novembre 2020 giorno del blitz “Decimabis” con l’emissione di 44 ordinanza cautelari; era ancora ricercato quando ci fu la sentenza di primo grado. Al momento dei 43 imputati 2 sono morti prima delle sentenze; 1 assolto; 1 posizione minore stralciata; 39 condanne, di cui 6 definitive e 22 confermate in appello per chi scelse il giudizio abbreviato. Oltre a Gesualdo in attesa di giudizio ci sono il boss Vincenzo Antonio Pellegrino condannato a 15 anni per mafia; Felice Di Rese (13 anni, mafia); Savino Ariostini e Mario Clemente (entrambi condannati a 11 anni per mafia); Marco Gelormini (4 anni per tentata estorsione a 2 fantini con esclusione dell’aggravante della mafiosità); Alessandro Morena (9 anni per 2 usure e 2 estorsioni collegate, con esclusione dell’aggravante dalla mafiosità); Michele Morelli, Giuseppe Perdonò, Massimiliano Russo, Ciro Stanchi e Pietro Stramacchio condannati a 11 anni a testa per mafia.
Francavilla in videoconferenza da una località segreta, ha parlato solo della posizione di Felice Di Rese (per il resto acquisite le dichiarazioni rese durante le indagini) rispondendo alle domande del pg Francesco Barbanente e del difensore dell’imputato, l’avv. Raul Pellegrini. Direse, detenuto a Rovigo, è ritenuto un elemento di spicco del clan Trisciuoglio/Tolonese: è genero del boss Federico Trisciuoglio morto a ottobre 2022. Secondo il pentito, “Direse è un killer. Io volevo ammazzarlo perché lo ritengo responsabile dell’omicidio di mio cognato Flavio Lo Mele”, assassinato in via Arpi la sera del 27 dicembre ’99 nella guerra di mafia del ‘98/99, mai individuati mandanti ed esecutore, “tanto che affidai l’incarico di ucciderlo a Patrizio Villani”, ex sicario del clan Sinesi/Francavilla pentito a maggio 2022 dopo una condanna a 30 anni per omicidio. “Villani andò a vedere dove poteva trovare Direse, ma lui sapendo che io lo cercavo si tenne un po’ più riservato”.
Francavilla alla Dda disse d’aver parlato del progetto di uccidere Direse anche con Rocco Moretti, boss del clan rivale dei Sinesi/Francavilla. “Lo incontrai in carcere a Melfi, dicemmo: ‘quando usciamo dobbiamo parlare, sistemare un po’ di cose’”. Incontro avvenuto nel 2016 quando entrambi erano tornati liberi, in cui si discusse di dividere al 50% tra i clan rivali tutti i proventi illeciti derivanti da droga e estorsioni. “Moretti disse: ‘dobbiamo togliere tutti i problemi davanti, perché se no finiamo la nostra vita in carcere o moriamo’. Gli chiesi di fare un’eccezione’ (alla pax mafiosa) ‘e farmi prendere Direse. Moretti fu d’accordo. In quel periodo era libero Salvatore Prencipe”, ex capo-clan ucciso sotto casa il 20 maggio 2023 agguato ancora impunito. “Moretti mi riferì che ne avrebbe parlato con lui perché Direse era della stessa batteria di Prencipe. Aggiunse: ‘Salvatore mi deve un favore, ci parlo io con lui’”. Francavilla in aula ha detto che non aveva bisogno di alcuna “autorizzazione” di Moretti per uccidere Direse; l’avv. Pellegrini gli ha contestato che alla Dda il pentito invece disse che Moretti gli diede una sorta di “lasciapassare”. Francavilla ha sostanzialmente ribadito che a prescindere dal via libera di Moretti, lui era intenzionato a eliminare Direse; progetto di morte rimasto tale perché nel 2017 fu raggiunta una pace tra i clan.
L’interrogatorio ha riguardato anche il tentato omicidio di Mimmo Falco del novembre 2015 collegato alla guerra tra i Moretti/Pellegrino/Lanza e i Sinesi/Francavilla. Falco fu ferito in via della Repubblica e rimase paralizzato: quale esecutore materiale condannato a 14 anni e 4 mesi in appello in “Decimazione” (inchiesta di cui Decimabis è la prosecuzione) un presunto affiliato al clan Moretti. Francavilla, che all’epoca del ferimento Falco era ai domiciliari, dice d’aver appreso del presunto coinvolgimento di Direse col ruolo di autista. Va rimarcato che Direse non è stato mai accusato del ferimento Falco; l’avv. Pellegrini sostiene che Francavilla chiami in causa Direse per aver letto le carte processuali dell’inchiesta Decimazione in cui il pentito era imputato e fu condannato a 12 anni per mafia e estorsione; il collaboratore di Giustizia replica d’aver appreso del coinvolgimento di Direse da alcuni suoi affiliati.
















